IL NASO E LE FOSSE NASALI
Alle estremità il naso presenta due fori che tramite le coane portano dietro la
faringe, nella cavità dove
si aprono anche gli orifizi delle tube di Eustachio. Il naso è diviso in due
sezioni da un tramezzo
verticale cartilagineo, nella parte superiore (lamina dell’etmoide), ed osseo
nella parte posteriore
(vomere). I fori delle narici sono rivestiti di villi che durante la
respirazione ostacolano l’ingresso di corpi estranei.
Sulle pareti laterali delle fosse nasali si presentano tre salienze, i cornetti
o turbinati, divise da solchi o
meati. Tutti i cornetti sono formati da ossa rivestite da mucosa molto
vascolarizzata che ha la funzione di
intiepidire l’aria inspirata perché non giunga fredda alla laringe;
I turbinati regolano la direzione della colonna d’aria inspirata nelle fosse
nasali e, con le loro variazioni di
volume, legate alla maggiore o minore congestione della rete vasale, possono
regolarne anche la
quantità.
SENI
I seni mascellari, frontali, etmoidali: sono cavità a contenuto aereo, pari e
simmetriche, scavate nello spessore del massiccio osseo della faccia e del
cranio e
comunicanti con le fosse nasali. Hanno pareti ossee ricoperte da una mucosa
in continuità con quella delle fosse nasali, intensamente vascolarizzata e
innervata, cui
sono annesse numerose piccole ghiandole sieromucose.
I seni adempiono ad un ruolo statico di alleggerimento del massiccio osseo della
faccia e di protezione della base del cranio contro le azioni traumatizzanti;
fungono da
isolatori termici grazie al loro contenuto aereo, ed infine partecipano, come
elementi
del tubo risuonatore, al meccanismo della fonazione. Queste cavità, in virtù dei
canali di comunicazione mantengono, per sbalzi di pressione
lenti e di poca entità, come avviene sulla terra, la pressione interna uguale a
quella dell’ambiente
esterno, automaticamente.
Quando però la pressione esterna varia in modo repentino e di molti mm di Hg, il
passaggio di aria
per i canali ed il riequilibrio delle pressioni non avviene più spontaneamente,
ed è allora che bisogna,
con manovre volontarie, inviare aria in queste cavità per compensarle.
PERCHE’ L’ARIA DEVE PASSARE ATTRAVERSO IL NASO,
cenni di otorinolaringoiatria ayurvedica
Il naso e le sue cavità filtrano l’aria che respiriamo, che assumiamo in grandi
volumi
durante il giorno; quest’aria raramente è della qualità di cui realmente avremmo
bisogno.
Il naso è forse l’organo più usato del corpo, ed è continuamente a diretto
contatto col
nostro ambiente esterno e con le sue potenziali tossine e molecole irritanti.
Il naso deve filtrare polveri, pollini e molti agenti inquinanti della vita
moderna, che
non vediamo eppure respiriamo continuamente.
Il naso deve fronteggiare correnti d’aria che possono essere troppo secche,
calde o
fredde per il nostro corpo; deve calibrarsi al clima dell’ambiente in cui
viviamo
( costa del mare, deserto, montagna ecc. ). Deve adattarsi ai diversi
cambiamenti
meteorologici e ai venti che cambiano all’improvviso, in particolare ai
cambiamenti
stagionali che possono risultare in raffreddori e influenze.
L’aria dei nostri ambienti urbani contiene molteplici sfide per il naso. Case ed
uffici
contengono riscaldamenti e aria condizionata con cui dobbiamo convivere.
Probabilmente non c’è altro organo del corpo che deve ricalibrarsi nei confronti
dell’ambiente in così poco tempo!
Per la maggior parte del tempo respiriamo aria la cui qualità è tutt’altro che
ideale. Le
nostre narici vengono stressate in modo eccezionale e sono quasi costantemente
attaccate da molte sostanze artificiali con cui non siamo abituati a convivere
per
nostra naturale evoluzione.
Molti soffrono di disturbi respiratori o di ridotta funzione respiratoria a
causa della
pessima qualità dell’aria, e ciò può essere all’origine di molti altri problemi
di salute,
dai mal di testa, alla depressione, fino a conseguenze anche più gravi.
Per loro disposizione anatomica i seni paranasali sono i primi a dover
fronteggiare
questo tipo di aria. Seni indeboliti sono spesso causa di dolori, in genere
sotto forma
di mal di testa, che possono ridurre la qualità della vita. Seni indeboliti o
bloccati
possono ridurre la nostra capacità lavorativa, così come le nostre possibilità
di
ottenere il meglio dalla vita. Sfortunatamente, così come sono facili da
diagnosticare,
le malattie dei seni paranasali vengono spesso trascurate e non trattate.
CIBI CHE PRODUCONO MUCOSITA’
Così come esistono cause esterne che compromettono la funzionalità nasale, così
esistono cause interne altrettanto importanti che destabilizzano la salute di
seni
paranasali e polmoni. Tra queste la causa interna più importante è la dieta
moderna,
che contiene in grandi quantità cibi che causano formazione di mucosità: tra
questi
prodotti caseari ( formaggi e derivati del latte ), pane e derivati, dolci,
grassi e cibi fritti
di tutti i tipi. Cibi troppo untuosi, troppo dolci o troppo salati aumentano la
produzione
di muco e, in particolare, quasi tutti i “cibi spazzatura” ( junk food ), i cibi
da fast food.
Le diete a basso contenuto di cereali, pane e pasta sono più salutari perché
inducono
la produzione di minori quantità di muco.
Il mangiare eccessivamente produce un’eccessiva quantità di muco; la digestione
incompleta o difettosa a livello dello stomaco favorisce la produzione di
altrettanto
muco.
Anche un’errata combinazione di cibi produce muco: ad esempio troppi dolci al
termine di un pasto a base di proteine.
Molte delle bevande che assumiamo producono muco; tra queste le peggiori sono
quelle classificate come “soft drinks” ( cole, aranciate, succhi di frutta
artificiali e
tutte quelle bevande contenenti come primi ingredienti acqua e zucchero ).
Anche il latte, i succhi di frutta consumati durante i pasti principali, l’acqua
troppo
fredda o le bevande ghiacciate producono muco.
Il corpo produce muco maggiormente di notte rispetto al giorno; per questo
assumere
cibi e bevande che aumentano la produzione di muco a cena o prima di andare a
dormire, è la cosa migliore che si possa fare se ci si vuole risvegliare al
mattino col
naso tappato, un senso di spiacevole spossatezza, dolori alla schiena e la
lingua di un
colore indefinibile…
La parte del corpo ove maggiormente si accumula il muco è la testa, che già di
per sé
ne produce per proteggere il naso e i seni paranasali e per filtrare l’aria che
respiriamo.
Un eccesso di muco nella testa può bloccare i seni e compromettere i nostri
meccanismi respiratori tanto quanto gli inquinanti esterni.
Se sommiamo l’effetto dei cibi che producono muco all’esposizione ad aria
inquinata, il problema del muco nella testa si aggraverà.
Gli stili di vita sedentari della maggior parte di noi contribuiscono alla
raccolta di
muco già predisposta da fattori dietetici e ambientali.
Una circolazione sanguigna insufficiente a causa della mancanza di esercizio
fisico
impedisce il drenaggio e l’espulsione delle mucosità. L’eccessivo tempo passato
stando seduti o sdraiati contribuisce a questa situazione di ristagno nel corpo
e nella
mente che permette alle tossine metaboliche di raccogliersi.
Allo stesso tempo molti di noi lavorano coi computers, e ciò richiede una mente
limpida e degli occhi riposati. La nostra energia è focalizzata nella nostra
testa e nei
nostri occhi per tutto il giorno, e ciò però pone maggiore pressione funzionale
sui seni
paranasali.
Diventa chiaro che, date le nostre attuali e radicate abitudini di vita, la
nostra salute è
a rischio, a partire dal naso stesso.
Ad aggravare quanto sopra, diverse persone hanno setti nasali deviati, problemi
cervicali, allergie e altre difficoltà di salute che possono ridurre
ulteriormente la
capacità delle nostre narici e la loro abilità di far bene il loro lavoro in
circostanze
ottimali.
Alla luce di quanto sopra assume senso la pulizia quotidiana delle cavità nasali
mediante la tazza Neti ( Neti Lota, Neti Pot ), in particolare al mattino,
consigliabile
soprattutto se si manifestano al risveglio i seguenti sintomi di accumulo di
mucosità:
fiacca, lentezza a riprendere il ritmo, difficoltà a respirare col naso, patina
biancastra
sulla lingua, difficoltà a respirare con una narice sola quando l’altra viene
tappata da
un dito.
Solo pochi fortunati non soffrono almeno occasionalmente di congestione o
secchezza nasale e mal di testa; tutto ciò può essere trattato efficacemente con
la
pulizia delle cavità nasali, tra l’altro utilissima per la terapia accessoria di
raffeddore,
influenza, asma e malattie polmonari.
La pulizia dei seni paranasali, attraverso per esempio il Neti Lota,
contribuisce
all’espulsione delle mucosità da tutto il corpo, perché inizia il processo di
espulsione
attraverso la ripresa della circolazione di aria e di energia nei sistemi
nervoso e
circolatorio, che a loro volta condizionano positivamente la digestione e gli
altri
sistemi del corpo.
Con la sua attività di promozione della circolazione energetica, la pulizia
delle cavità
nasali contribuisce efficacemente addirittura alla perdita di peso per le
persone in
soprappeso o, peggio, obese. Infatti se i seni paranasali sono bloccati, la
nostra
circolazione energetica, compresa la digestione, finiscono per essere lente e
rallentate, e ciò favorisce l’accumulo di peso corporeo a causa della mancata
eliminazione delle scorie metaboliche. Per qualsiasi approccio alla perdita del
peso in
eccesso l’eliminazione delle scorie metaboliche accumulate nelle mucosità è di
strategica importanza, e può essere potenziata dalla pulizia delle cavità
nasali.
Tale attività di pulizia quotidiana migliora la qualità delle nostre attività
intellettuali e
artistiche, e può intervenire perfino nel rimuovere blocchi psichici che portano
a
emozioni prevalenti di rabbia, paura, ansia, irritabilità o depressione, sempre
collegate ad alterazioni del ritmo e della qualità della respirazione nasale,
diaframmatici e polmonare.
IL RUOLO ENERGETICO-FUNZIONALE DELLE NARICI E DEI SENI
PARANASALI
In base alla tradizione millenaria indiana tutta la vita materiale è emanazione
di una
forza vitale che viene chiamata in sanscrito “prana”; in medicina tradizionale
cinese
il suo nome è Chi o Qi, ed essa è conosciuta sotto vari nomi presso le diverse
tradizioni culturali del mondo; più recentemente, in fisica occidentale moderna,
è
stato denominato “etere”.
Questa forza vitale non è semplicemente un costrutto chimico, né è casuale o
cieca
nelle sue azioni e nei suoi percorsi. Secondo i grandi yogi indiani il prana è
la
profonda intelligenza della natura che ha creato e crea l’intero universo nei
suoi molti
mondi e creature, portando con sé tutta la saggezza dell’evoluzione sia per il
corpo
che per la mente.
Sebbene ad una prima lettura ciò possa sembrare roba da santoni orientali, le
conseguenze e l’utilizzo pratici di questi concetti sono degni della massima
attenzione, soprattutto da quando la fisica moderna prima e l’attuale tecnologia
strumentale poi ne hanno dimostrato la correttezza e l’estrema precisione, al
punto
che oggi i ricercatori si domandano non più se gli antichi orientali avessero
ragione,
ma come abbiano fatto a scoprire tutte queste cose visto che apparentemente non
disponevano degli strumenti di misura che abbiamo noi.
Tornando al prana, esso crea il corpo di un organismo vivente in tutta la sua
complessità a partire dalla singola cellula, guidandone tutti i processi di
crescita e
sviluppo; in più è alla base di tutti i processi di guarigione.
Guarda caso il termine prana deriva dalla radice an che significa “respirare” (
da
questa derivano la parola anima ).
Il prana determina un involucro energetico intorno al corpo umano che crea,
sostiene
e programma la forma e le funzioni del corpo fisico. Il “campo pranico” ( o
“morfogenetico”, come lo chiamerebbe Rupert Sheldrake ) si estende ad una
distanza
di 30 centimetri, e in occidente è conosciuto come “aura”.
È importante sottolineare che l’esistenza dell’aura o campo pranico è stata
dimostrata e misurata scientificamente attraverso l’utilizzo di tecnologie
bioelettroniche, soprattutto nell’Europa dell’Est.
Il campo pranico, tra le altre cose, è responsabile della nostra capacità di
digerire,
della lucentezza della nostra pelle, dell’acuità dei sensi, dell’efficacia dei
nostri
movimenti, della forza del sistema immunitario e dell’equilibrio generale del
corpo
fisico; disturbi a questi livelli sono un chiaro indice di difficoltà nella
nostra
circolazione energetica o pranica.
Il prana pervade, come dicevamo, tutto l’universo, e da esso emanano tutte le
cose
materiali. Gli organismi viventi si nutrono di prana, di quello contenuto nei
cibi ma,
soprattutto, di quello contenuto nell’aria che respiriamo, assorbendolo
principalmente attraverso i polmoni ma anche con la pelle; ugualmente, gli
organismi necessitano di ripulire il corpo e il prana in esso contenuto
attraverso i
processi di escrezione ( feci, urine, sudore, muco, sebo ecc. ).
In tutto questo si capisce il ruolo delle narici e della respirazione nasale: la
vistra vita
inizia e finisce con un respiro, che anzitutto passa attraverso il naso.
Ma c’è di più: secondo la medicina tradizionale indiana ( ayurveda ), le narici
e i
seni paranasali sono il punto più importante e più immediato del corpo per
l’assorbimento del prana dell’aria.
Il prana assorbito dalle narici e dai seni paranasali affluisce direttamente al
cervello
( tramite il collegamento anatomico diretto col nervo olfattivo ) e quindi al
Sistema
Nervoso Centrale.
Ciò implica che se le narici o i seni paranasali sono bloccati, l’assorbimento
di
energia vitale, di cui il nostro corpo si nutre primariamente, viene impedito.
E ciò spiega anche perché, se respiriamo con la bocca, è più probabile che ci
sentiamo stanchi e affaticati e, siccome il sistema nervoso viene privato di
prana,
proviamo anche ottundimento dei sensi e della mente, disorientamento e altre
forme
di riduzione delle nostre capacità di intendere e di volere.
La respirazione orale incrementa oltretutto l’accumulo di muco nel corpo, che si
accumulerà soprattutto, come abbiamo già detto, a livello della testa, in
particolare
nelle strutture di orecchio, naso, gola e bocca.
GLI ORGANI DI ASSORBIMENTO DEL PRANA
Per gli yogi, in ordine di importanza, i principali punti di assorbimento del
prana
sono:
- le terminazioni nervose delle fosse nasali
- gli alveoli polmonari
- la lingua
- la pelle
E’ interessante notare che il prana degli alimenti è assorbito più dalla lingua
che non
dallo stomaco e dall’intestino.
Ma la principale fonte di approvvigionamento pranico è l’aria, e per la medicina
tradizionale indiana è il naso il principale organo di assorbimento. Al ritmo di
18
inspirazioni da un litro d’aria al minuto in media, il nostro naso dà passaggio
nei due
sensi a circa 13000 litri di aria nelle 24 ore. In confronto a questo volume,
due litri
d’acqua e un chilo di cibo solido al giorno fanno una ben meschina figura!
Essendo dunque l’aria il nostro nutrimento principale, il passaggio di questo
elemento
vitale è strettamente sorvegliato; questo è il motivo per cui le conche
turbinate del
naso sono tappezzate da un’infinità di ultrasensibili recettori nervosi che
possono
rilevare tutte le variazioni qualitative d’aria.
Il naso, quindi, non si contenta solo di condizionare l’aria, di sbarazzarla
delle
polveri, di riscaldarla, umidificarla, ma inoltre ne misura le qualità sottili.
Un ultimo motivo, non occulto ma per lo più inaudito per l’occidentale medio,ci
proviene ancora dalla tradizione ayurvedica indiana.
Così come nella tradizione cinese il chi o qi passa attraverso i “meridiani” (
quei
tragitti invisibili che vengono punti con gli aghi nell’agopuntura ), così il
prana per
gli indiani scorre nel corpo attraverso le nadi.
Si legge nella Gorakshasataka, una delle tante scritture sacre indiane: “…Tra le
migliaia di nadi, 72 sono veramente importanti; tra queste, 10 sono considerate
specialmente notevoli…le nadi Ida, Pingala e Sushumna trasportano
incessantemente il prana…”.
Insomma, le nadi essenziali al nostro discorso sono queste ultime tre.
Le scritture concordano nel situare Ida a sinistra: essa collega, mediante un
circuito
pranico, il testicolo sinistro ( o l’ovaia sinistra, nella donna ) con la narice
sinistra,
costeggiando a sinistra la colonna vertebrale.
Pingala è il suo omologo di destra, e collega pertanto la narice destra con
l’organo
genitale destro, passando alla destra della colonna vertebrale.
L’origine stessa di Ida e Pingala nelle narici ci mostra la loro funzione
speciale nella
pratica del pranayama ( la disciplina indiana del respiro energetico e
terapeutico ), in
quanto controllano i principali orifici di entrata del prana nel corpo umano.
In termini di anatomia e fisiologia occidentali si potrebbero identificare Ida e
Pingala
con i relè nervosi che, partendo dalle narici, risalgono verso il cervello, poi
attraverso
un cammino complesso, seguendo le due catene di gangli simpatici che costeggiano
la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza, a partire dalle vertebre
dorsali.
Quanto a Sushumna, questa nadi decorre al centro della colonna vertebrale e può
essere identificata anatomicamente col midollo spinale.
Alla luce di quanto sopra, per quanto possa sembrare strano all’occidentale
medio la
cui unica fonte di informazioni è la televisione, respirare col naso è di
importanza
capitale per il corretto funzionamento del sistema
psico-neuro-endocrinoimmunitario;
quanto questo sistema possa essere destabilizzato in un bambino che
cresce respirando tranquillamente con la bocca, può facilmente essere
immaginato.
- David Frawley, “Neti, healing secrets of yoga and ayurveda”, 2005, Lotus
Press, USA
- Andre Van Lysebeth, “Pranayama la dinamica del respire”, 1973, Astrolabio
PERCHE’ L’ARIA DEVE PASSARE ATTRAVERSO IL NASO,
cenni di otorinolaringoiatria ayurvedica
Il naso e le sue cavità filtrano l’aria che respiriamo, che assumiamo in grandi
volumi
durante il giorno; quest’aria raramente è della qualità di cui realmente avremmo
bisogno.
Il naso è forse l’organo più usato del corpo, ed è continuamente a diretto
contatto col
nostro ambiente esterno e con le sue potenziali tossine e molecole irritanti.
Il naso deve filtrare polveri, pollini e molti agenti inquinanti della vita
moderna, che
non vediamo eppure respiriamo continuamente.
Il naso deve fronteggiare correnti d’aria che possono essere troppo secche,
calde o
fredde per il nostro corpo; deve calibrarsi al clima dell’ambiente in cui
viviamo
( costa del mare, deserto, montagna ecc. ). Deve adattarsi ai diversi
cambiamenti
meteorologici e ai venti che cambiano all’improvviso, in particolare ai
cambiamenti
stagionali che possono risultare in raffreddori e influenze.
L’aria dei nostri ambienti urbani contiene molteplici sfide per il naso. Case ed
uffici
contengono riscaldamenti e aria condizionata con cui dobbiamo convivere.
Probabilmente non c’è altro organo del corpo che deve ricalibrarsi nei confronti
dell’ambiente in così poco tempo!
Per la maggior parte del tempo respiriamo aria la cui qualità è tutt’altro che
ideale. Le
nostre narici vengono stressate in modo eccezionale e sono quasi costantemente
attaccate da molte sostanze artificiali con cui non siamo abituati a convivere
per
nostra naturale evoluzione.
Molti soffrono di disturbi respiratori o di ridotta funzione respiratoria a
causa della
pessima qualità dell’aria, e ciò può essere all’origine di molti altri problemi
di salute,
dai mal di testa, alla depressione, fino a conseguenze anche più gravi.
Per loro disposizione anatomica i seni paranasali sono i primi a dover
fronteggiare
questo tipo di aria. Seni indeboliti sono spesso causa di dolori, in genere
sotto forma
di mal di testa, che possono ridurre la qualità della vita. Seni indeboliti o
bloccati
possono ridurre la nostra capacità lavorativa, così come le nostre possibilità
di
ottenere il meglio dalla vita. Sfortunatamente, così come sono facili da
diagnosticare,
le malattie dei seni paranasali vengono spesso trascurate e non trattate.
CIBI CHE PRODUCONO MUCOSITA’
Così come esistono cause esterne che compromettono la funzionalità nasale, così
esistono cause interne altrettanto importanti che destabilizzano la salute di
seni
paranasali e polmoni.
Tra queste la causa interna più importante è la dieta moderna, che contiene in
grandi
quantità cibi che causano formazione di mucosità: tra questi prodotti caseari
( formaggi e derivati del latte ), pane e derivati, dolci, grassi e cibi fritti
di tutti i tipi.
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Cibi troppo untuosi, troppo dolci o troppo salati aumentano la produzione di
muco e,
in particolare, quasi tutti i “cibi spazzatura” ( junk food ), i cibi da fast
food.
Le diete a basso contenuto di cereali, pane e pasta sono più salutari perché
inducono
la produzione di minori quantità di muco.
Il mangiare eccessivamente produce un’eccessiva quantità di muco; la digestione
incompleta o difettosa a livello dello stomaco favorisce la produzione di
altrettanto
muco.
Anche un’errata combinazione di cibi produce muco: ad esempio troppi dolci al
termine di un pasto a base di proteine.
Molte delle bevande che assumiamo producono muco; tra queste le peggiori sono
quelle classificate come “soft drinks” ( cole, aranciate, succhi di frutta
artificiali e
tutte quelle bevande contenenti come primi ingredienti acqua e zucchero ).
Anche il latte, i succhi di frutta consumati durante i pasti principali, l’acqua
troppo
fredda o le bevande ghiacciate producono muco.
Il corpo produce muco maggiormente di notte rispetto al giorno; per questo
assumere
cibi e bevande che aumentano la produzione di muco a cena o prima di andare a
dormire, è la cosa migliore che si possa fare se ci si vuole risvegliare al
mattino col
naso tappato, un senso di spiacevole spossatezza, dolori alla schiena e la
lingua di un
colore indefinibile…
La parte del corpo ove maggiormente si accumula il muco è la testa, che già di
per sé
ne produce per proteggere il naso e i seni paranasali e per filtrare l’aria che
respiriamo.
Un eccesso di muco nella testa può bloccare i seni e compromettere i nostri
meccanismi respiratori tanto quanto gli inquinanti esterni.
Se sommiamo l’effetto dei cibi che producono muco all’esposizione ad aria
inquinata, il problema del muco nella testa si aggraverà.
Gli stili di vita sedentari della maggior parte di noi contribuiscono alla
raccolta di
muco già predisposta da fattori dietetici e ambientali.
Una circolazione sanguigna insufficiente a causa della mancanza di esercizio
fisico
impedisce il drenaggio e l’espulsione delle mucosità. L’eccessivo tempo passato
stando seduti o sdraiati contribuisce a questa situazione di ristagno nel corpo
e nella
mente che permette alle tossine metaboliche di raccogliersi.
Allo stesso tempo molti di noi lavorano coi computers, e ciò richiede una mente
limpida e degli occhi riposati. La nostra energia è focalizzata nella nostra
testa e nei
nostri occhi per tutto il giorno, e ciò però pone maggiore pressione funzionale
sui seni
paranasali.
Diventa chiaro che, date le nostre attuali e radicate abitudini di vita, la
nostra salute è
a rischio, a partire dal naso stesso.
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Ad aggravare quanto sopra, diverse persone hanno setti nasali deviati, problemi
cervicali, allergie e altre difficoltà di salute che possono ridurre
ulteriormente la
capacità delle nostre narici e la loro abilità di far bene il loro lavoro in
circostanze
ottimali.
Alla luce di quanto sopra assume senso la pulizia quotidiana delle cavità nasali
mediante la tazza Neti ( Neti Lota, Neti Pot ), in particolare al mattino,
consigliabile
soprattutto se si manifestano al risveglio i seguenti sintomi di accumulo di
mucosità:
fiacca, lentezza a riprendere il ritmo, difficoltà a respirare col naso, patina
biancastra
sulla lingua, difficoltà a respirare con una narice sola quando l’altra viene
tappata da
un dito.
Solo pochi fortunati non soffrono almeno occasionalmente di congestione o
secchezza nasale e mal di testa; tutto ciò può essere trattato efficacemente con
la
pulizia delle cavità nasali, tra l’altro utilissima per la terapia accessoria di
raffeddore,
influenza, asma e malattie polmonari.
La pulizia dei seni paranasali, attraverso per esempio il Neti Lota,
contribuisce
all’espulsione delle mucosità da tutto il corpo, perché inizia il processo di
espulsione
attraverso la ripresa della circolazione di aria e di energia nei sistemi
nervoso e
circolatorio, che a loro volta condizionano positivamente la digestione e gli
altri
sistemi del corpo.
Con la sua attività di promozione della circolazione energetica, la pulizia
delle cavità
nasali contribuisce efficacemente addirittura alla perdita di peso per le
persone in
soprappeso o, peggio, obese. Infatti se i seni paranasali sono bloccati, la
nostra
circolazione energetica, compresa la digestione, finiscono per essere lente e
rallentate, e ciò favorisce l’accumulo di peso corporeo a causa della mancata
eliminazione delle scorie metaboliche. Per qualsiasi approccio alla perdita del
peso in
eccesso l’eliminazione delle scorie metaboliche accumulate nelle mucosità è di
strategica importanza, e può essere potenziata dalla pulizia delle cavità
nasali.
Tale attività di pulizia quotidiana migliora la qualità delle nostre attività
intellettuali e
artistiche, e può intervenire perfino nel rimuovere blocchi psichici che portano
a
emozioni prevalenti di rabbia, paura, ansia, irritabilità o depressione, sempre
collegate ad alterazioni del ritmo e della qualità della respirazione nasale,
diaframmatici e polmonare.
IL RUOLO ENERGETICO-FUNZIONALE DELLE NARICI E DEI SENI
PARANASALI
In base alla tradizione millenaria indiana tutta la vita materiale è emanazione
di una
forza vitale che viene chiamata in sanscrito “prana”; in medicina tradizionale
cinese
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il suo nome è Chi o Qi, ed essa è conosciuta sotto vari nomi presso le diverse
tradizioni culturali del mondo; più recentemente, in fisica occidentale moderna,
è
stato denominato “etere”.
Questa forza vitale non è semplicemente un costrutto chimico, né è casuale o
cieca
nelle sue azioni e nei suoi percorsi. Secondo i grandi yogi indiani il prana è
la
profonda intelligenza della natura che ha creato e crea l’intero universo nei
suoi molti
mondi e creature, portando con sé tutta la saggezza dell’evoluzione sia per il
corpo
che per la mente.
Sebbene ad una prima lettura ciò possa sembrare roba da santoni orientali, le
conseguenze e l’utilizzo pratici di questi concetti sono degni della massima
attenzione, soprattutto da quando la fisica moderna prima e l’attuale tecnologia
strumentale poi ne hanno dimostrato la correttezza e l’estrema precisione, al
punto
che oggi i ricercatori si domandano non più se gli antichi orientali avessero
ragione,
ma come abbiano fatto a scoprire tutte queste cose visto che apparentemente non
disponevano degli strumenti di misura che abbiamo noi.
Tornando al prana, esso crea il corpo di un organismo vivente in tutta la sua
complessità a partire dalla singola cellula, guidandone tutti i processi di
crescita e
sviluppo; in più è alla base di tutti i processi di guarigione.
Guarda caso il termine prana deriva dalla radice an che significa “respirare” (
da
questa derivano la parola anima ).
Il prana determina un involucro energetico intorno al corpo umano che crea,
sostiene
e programma la forma e le funzioni del corpo fisico. Il “campo pranico” ( o
“morfogenetico”, come lo chiamerebbe Rupert Sheldrake ) si estende ad una
distanza
di 30 centimetri, e in occidente è conosciuto come “aura”.
È importante sottolineare che l’esistenza dell’aura o campo pranico è stata
dimostrata e misurata scientificamente attraverso l’utilizzo di tecnologie
bioelettroniche, soprattutto nell’Europa dell’Est.
Il campo pranico, tra le altre cose, è responsabile della nostra capacità di
digerire,
della lucentezza della nostra pelle, dell’acuità dei sensi, dell’efficacia dei
nostri
movimenti, della forza del sistema immunitario e dell’equilibrio generale del
corpo
fisico; disturbi a questi livelli sono un chiaro indice di difficoltà nella
nostra
circolazione energetica o pranica.
Il prana pervade, come dicevamo, tutto l’universo, e da esso emanano tutte le
cose
materiali. Gli organismi viventi si nutrono di prana, di quello contenuto nei
cibi ma,
soprattutto, di quello contenuto nell’aria che respiriamo, assorbendolo
principalmente attraverso i polmoni ma anche con la pelle; ugualmente, gli
organismi necessitano di ripulire il corpo e il prana in esso contenuto
attraverso i
processi di escrezione ( feci, urine, sudore, muco, sebo ecc. ).
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In tutto questo si capisce il ruolo delle narici e della respirazione nasale: la
vistra vita
inizia e finisce con un respiro, che anzitutto passa attraverso il naso.
Ma c’è di più: secondo la medicina tradizionale indiana ( ayurveda ), le narici
e i
seni paranasali sono il punto più importante e più immediato del corpo per
l’assorbimento del prana dell’aria.
Il prana assorbito dalle narici e dai seni paranasali affluisce direttamente al
cervello
( tramite il collegamento anatomico diretto col nervo olfattivo ) e quindi al
Sistema
Nervoso Centrale.
Ciò implica che se le narici o i seni paranasali sono bloccati, l’assorbimento
di
energia vitale, di cui il nostro corpo si nutre primariamente, viene impedito.
E ciò spiega anche perché, se respiriamo con la bocca, è più probabile che ci
sentiamo stanchi e affaticati e, siccome il sistema nervoso viene privato di
prana,
proviamo anche ottundimento dei sensi e della mente, disorientamento e altre
forme
di riduzione delle nostre capacità di intendere e di volere.
La respirazione orale incrementa oltretutto l’accumulo di muco nel corpo, che si
accumulerà soprattutto, come abbiamo già detto, a livello della testa, in
particolare
nelle strutture di orecchio, naso, gola e bocca.
GLI ORGANI DI ASSORBIMENTO DEL PRANA
Per gli yogi, in ordine di importanza, i principali punti di assorbimento del
prana
sono:
- le terminazioni nervose delle fosse nasali
- gli alveoli polmonari
- la lingua
- la pelle
E’ interessante notare che il prana degli alimenti è assorbito più dalla lingua
che non
dallo stomaco e dall’intestino.
Ma la principale fonte di approvvigionamento pranico è l’aria, e per la medicina
tradizionale indiana è il naso il principale organo di assorbimento. Al ritmo di
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inspirazioni da un litro d’aria al minuto in media, il nostro naso dà passaggio
nei due
sensi a circa 13000 litri di aria nelle 24 ore. In confronto a questo volume,
due litri
d’acqua e un chilo di cibo solido al giorno fanno una ben meschina figura!
Essendo dunque l’aria il nostro nutrimento principale, il passaggio di questo
elemento
vitale è strettamente sorvegliato; questo è il motivo per cui le conche
turbinate del
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naso sono tappezzate da un’infinità di ultrasensibili recettori nervosi che
possono
rilevare tutte le variazioni qualitative d’aria.
Il naso, quindi, non si contenta solo di condizionare l’aria, di sbarazzarla
delle
polveri, di riscaldarla, umidificarla, ma inoltre ne misura le qualità sottili.
Un ultimo motivo, non occulto ma per lo più inaudito per l’occidentale medio,ci
proviene ancora dalla tradizione ayurvedica indiana.
Così come nella tradizione cinese il chi o qi passa attraverso i “meridiani” (
quei
tragitti invisibili che vengono punti con gli aghi nell’agopuntura ), così il
prana per
gli indiani scorre nel corpo attraverso le nadi.
Si legge nella Gorakshasataka, una delle tante scritture sacre indiane: “…Tra le
migliaia di nadi, 72 sono veramente importanti; tra queste, 10 sono considerate
specialmente notevoli…le nadi Ida, Pingala e Sushumna trasportano
incessantemente il prana…”.
Insomma, le nadi essenziali al nostro discorso sono queste ultime tre.
Le scritture concordano nel situare Ida a sinistra: essa collega, mediante un
circuito
pranico, il testicolo sinistro ( o l’ovaia sinistra, nella donna ) con la narice
sinistra,
costeggiando a sinistra la colonna vertebrale.
Pingala è il suo omologo di destra, e collega pertanto la narice destra con
l’organo
genitale destro, passando alla destra della colonna vertebrale.
L’origine stessa di Ida e Pingala nelle narici ci mostra la loro funzione
speciale nella
pratica del pranayama ( la disciplina indiana del respiro energetico e
terapeutico ), in
quanto controllano i principali orifici di entrata del prana nel corpo umano.
In termini di anatomia e fisiologia occidentali si potrebbero identificare Ida e
Pingala
con i relè nervosi che, partendo dalle narici, risalgono verso il cervello, poi
attraverso
un cammino complesso, seguendo le due catene di gangli simpatici che costeggiano
la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza, a partire dalle vertebre
dorsali.
Quanto a Sushumna, questa nadi decorre al centro della colonna vertebrale e può
essere identificata anatomicamente col midollo spinale.
Alla luce di quanto sopra, per quanto possa sembrare strano all’occidentale
medio la
cui unica fonte di informazioni è la televisione, respirare col naso è di
importanza
capitale per il corretto funzionamento del sistema
psico-neuro-endocrinoimmunitario;
quanto questo sistema possa essere destabilizzato in un bambino che
cresce respirando tranquillamente con la bocca, può facilmente essere
immaginato.
Dr. Andrea Di Chiara
BIBLIOGRAFIA
- David Frawley, “Neti, healing secrets of yoga and ayurveda”, 2005, Lotus
Press, USA
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- Andre Van Lysebeth, “Pranayama la dinamica del respire”, 1973, Astrolabio
Con il termine “Naso Elettronico” si intende uno strumento in grado di
generare delle
mappe digitali di odori complessi, dette anche immagini chimiche o immagini
olfattive se si
tratta di esclusiva presenza di odore. Il principio di funzionamento mira a
riprodurre il sistema
olfattivo umano; in effetti la sensibilità dei sensori che lo costituiscono è
simile a quella
dei recettori olfattivi umani, il sistema di elaborazione dati è concettualmente
analogo
al processo che accade nel bulbo olfattivo e la classificazione finale degli
odori è eseguita da
una rete neurale o da un tipo di analisi statistica multivariata che riprende i
meccanismi
di identificazione utilizzati nel cervello. Presso i laboratori dell’Istituto
per la Microelettronica
e Microsistemi del cnr (imm), Sezioni di Roma, Lecce e Bologna, da alcuni anni
si stanno studiando e sviluppando differenti prototipi di sistemi olfattivi
artificiali.
Gli elementi fondamentali sono i sensori chimici che, operando come trasduttori
miniaturizzati,
rispondono in maniera reversibile, alle sostanze chimiche volatili, generando
segnali
elettrici in funzione della concentrazione dei gas, in tempo reale. Il principio
di funzionamento
dei sensori chimici piezoelettrici, definiti sensori di massa, posizionati nella
“narice”
del naso elettronico di Roma (LibraNose ed EnQbe, sviluppati in collaborazione
anche
con l’Università «Tor Vergata» di Roma, Dipartimento di Ingegneria Elettronica e
Dipartimento
di Scienze e Tecnologie Chimiche) si basa sulla variazione di frequenza di
oscillazione di cristalli al quarzo dovuta alla variazione di massa (Thickness
Shear Mode
Resonators) legata all’adsorbimento o desorbimento delle molecole gassose sullo
strato
sensibile del sensore (Metallo-Tetrafenilporfirine differentemente
funzionalizzate e depositate).
Nel caso degli altri due prototip,l’interazione chimica determina un
trasferimento di elettroni tra
la superficie di un materiale semiconduttore (tipo SnO2, In2O3, WO3, TiO2) e le
molecole
di gas adsorbite, che viene misurata come una variazione di conducibilità dei
materiali impiegati.
In particolare questa variazione è determinata dall’ossidazione superficiale
delle
sostanze che compongono l’aroma e dalla riduzione dell’ossigeno precedentemente
adsorbito
ed attivato sulla superficie del sensore stesso. Le caratteristiche comuni a
tutti e tre i
prototipi sono l’immediatezza della risposta e l’assenza di lunghi
pretrattamenti del campione
da analizzare. Le attività dei gruppi nelle suddette Sezioni del CNR sono volte,
in
modalità diversificate, alla miniaturizzazione del sistema (tramite
l’applicazione di microtecnologie),
allo sviluppo dell’elettronica e dei software di gestione, ma anche alla chimica
del sensore, preparando e caratterizzando nuovi materiali, mirando ad aumentarne
la risoluzione
(ppb e ppm) nei confronti degli analiti desiderati, a diminuire il tempo di
risposta
e a ottenere una completa reversibilità, accuratezza e riproducibilità delle
misure, un
segnale di uscita con il minimo rumore elettronico possibile. Le potenzialità
applicative
di simili strumenti sono ovviamente notevoli. Nel settore alimentare essi
possono essere
utilizzati per formulare un giudizio oggettivo di qualità (es. valutazione dello
stato di conservazione
degli alimenti, controllo delle denominazioni di origine protetta, controllo di
frodi e sofisticazioni); nel monitoraggio ambientale essi possono identificare
gas di combustione,
fughe di gas, idrocarburi aromatici, aerosol; in campo medico essi possono
rappresentare
strumenti diagnostici per malattie della pelle, del sistema endocrino e per
patologie
più importanti tipo diabete, cancro ai polmoni, schizofrenie, psicopatie.
In ambito spaziale, essi possono trovare applicazioni nell’ambito della
determinazione
della qualità dell’aria dei veicoli spaziali abitati. Nel settore della
sicurezza, applicazioni
di notevole importanza attengono la rivelazione di gas aggressivi.
cnr Istituto per la microelettronica e microsistemi