Gli orizzonti del vostro desiderio.

Europa e il toro bianco

Quando si ricomincia a giocare con la corsa agli armamenti, è un brutto segno. Che i timori giustificati da condotte di parte, e quindi reprensibili, che non tengano conto degli equilibri e di principi armonici e democratici all’interno della società, è cosa corrente, dal momento che le stesse parti, pur di mantenere la loro posizione risolvono il problema in pieno default economico, schierando 20 mila forze anti-sommossa nelle città americane.  A rivelarlo è il sito Global Research che spiega che il Pentagono si vede costretto alla militarizzazione del territorio dato che il mancato raggiungimento di un accordo tra Obama e i repubblicani nei prossimi giorni scatenerebbe l’ira dei cittadini.

Considerata l’eventualità che un disaccordo fra le parti valga la misura di quanto realmente viene messo sul piatto, ciò significa che non tenere in conto in maniera adeguata del dialogo, nel tentativo di accordarsi, secondo le regole della concordia, per le quali il dialogo amichevole è fondamentale e fondante, con giusta morbidezza e amabilità, si sconfina presto in ciò che la rigidità di tali posizioni non fa che presentire, e cioè l’intenzione primaria che conseguenze cercate potrebbero produrre, se non venisse perseguito il disegno stesso che le sottende. In questo modo non è solo la buona creanza e buone maniere che vengono a mancare, ma lo stesso modello di conflitto interpersonale del dialogo fra sordi, che non fa altro che opporre due o più parti, infischiandosene della regola armonica, dell’equilibrio e della volontà del popolo, per imboccare la via del comando.

Questo modo di operare è di per se già motivo sufficiente a delegittimare la funzione politica di tali parti, incapaci ad affrontare l’argomento, e se da un lato, si sta prendendo l’abitudine ultimamente di sostituire certi governi con altri, tecnici e preparati ad affrontare la situazione, quando si dovesse presentare lo stesso problema, in altra terra, sarebbe cosa sana che lo stesso principio della sostituzione venisse applicato a quelli che in fondo l’anno proposto per il bene di tutti. Se era l’armonia e l’equilibrio che si desiderava raggiungere, interpretando le misure decise ed attuate, si comprenderà presto quale intenzione è stata mossa nella sostituzione dei pezzi. Se le misure saranno risultate inique, per gravosità, ripartizione e perché figlie di parte, allora andrà riconsiderata la cosa in toto, poiché la sovranità, parola che va tanto di moda ultimamente, sarà stata violata.

Se per globalizzazione si intenda quindi, come si comincia ad avvertire a pelle, un disagio che nasce dalla sensazione che qualcuno o qualcosa stia cancellando le sovranità nazionali, dalle carte, allora il progetto va discusso nuovamente, poiché ogni volta che si paventi la semplice opportunità che qualcuno non desideri partecipare alla cosa, scattano i ricatti. Se non credete a quanto dico fate pure, ma andatevi a rileggere i trattati Europei e studiandoli, vi renderete conto che firma su firma i parlamenti hanno rinunciato uno dopo l’altro alla loro “sovranità monetaria” prima con l’euro, poi a quella politica e nazionale in seguito, “tutti” e nel giro di un anno, un dopo l’altro, ad esclusione della Gran Bretagna, cha fece inserire la clausola dell’ “Option Out.”, e della Polonia che poi vi rinunciò subito dopo, che spiega come oggi restiamo in 26.

L’Islanda, invece, di cui si tace a torto, ha dimostrato di non credere affatto a quelli che le dicevano che sarebbe diventata la “Cuba del Nord” e a coloro le proponevano di diventare” l’Hawaii del Nord”, ed ha quindi rinunciato ad aggiungere altri debiti ai debiti, ritrovando la libertà e la sovranità perduta. Normalmente, in nazioni distinte, già e’ difficile che vengano prese direzioni in un senso, e figuriamoci che le prendano tutti, e in un cosi ristretto periodo di tempo. Dà da pensare questo, e figlia di convincimenti o manovre che l’hanno sospinta forse con troppa forza, questa Europa, non è quella pensata in principio ma una cosa che sta prendendo il suo posto.  Sappiate che proprio quel sano strumento che applicarono gli Islandesi, detto referendum, fu quello che li salvò, e mentre tutti quelli che la dicevano condannata  ad un futuro di miseria, ci hanno provato a indebitarla, sono in realtà rimasti li a racimolare le briciole e bella figura non ci hanno fatta affatto.

Ai Greci fu impedito di votare, e addirittura di avvicinarsi anche di poco ad un referendum, al consiglio di Cannes, da chi agì prevaricando la loro sovranità nazionale e di popolo, mentre all’Italia, venne imposto ( e basta ) il cambio di governo, “e in un solo giorno, di due, ne fecero un sol boccone”. Se vi fosse stata l’intenzione del cuore, di creare mai una Europa, che fosse figlia del principio d’Unione, e non di commistione, si sarebbe proceduto altrimenti, e ora vi dico pure come: intanto la sua cultura, avrebbe fatto girare i musei di loco in loco, gratuiti, e fatte conoscer le sue bellezze, e quindi, l’insegnamento, sarebbe circolato, e la varietà, al confronto, ci avrebbe insegnato ad abbandonare il pregiudizio. I canali di ogni radio e televisione, sarebbero stati liberati dalla censura, che ne impediva alle onde oscurate di penetrare nei paesi vicini, per offrire loro doppia visione delle cose del mondo …  figuriamoci allora l’idea di liberalizzarle tutte, per consentire agli Europei tutti, di conoscere, come alla nostra mente, di apprendere a distinguere, quanto di buono c’e’ che non fa male e quante falsità si raccontano.

 Abbattere i confini alla frontiera, è stato un passo, ma il passaporto, fateci caso, lo chiedono egualmente. Chi liberamente si muove l’ha sempre fatto e non conosce dogana. Poi le Università, e il sapere, che Carlo Magno volle si desse al popolo, e che andava unificato già da allora ma mai lo fu, per intendimento e accordo  privato, che è rimasto puro appannaggio di baronie esclusive, e monoteismi dall’apparente volto sfaccettato, ma che in verità muovono da una sola radice. Il deposito di ogni opera dell’ingegno creativo, che controlla il sapere prima che si sappia, con l’ufficio del diritto d’autore, e di quello brevetti, prima che si venda o si proponga addirittura una cosa, gestito ancora da società private, commissariate spesso, che nulla hanno ha che spartire con quelle d’altre nazioni, tranne che in merito ai soldi dovuti, in maniera iniqua ripartiti, e alle tassazioni imposte sui ogni cosa che venga trasmessa, scritta detta o stampata, qui e altrove, fin anche,peggiore delle cose a farci pagare il doppio la stessa carta bianca, o supporti, memorie vuota o strumento per registrare, di quel che costerebbero realmente.

Che tutto ciò che ha più di 50 anni venga liberato sulla rete, e le opere grandi e di merito siano offerte al mondo, e non trattate come quei sempreverdi che fruttano ancora un vitalizio. Se Europa fosse stata qui davvero, Ella non avrebbe mai consentito quei “contratti draconiani”, che ledono, e che si pongono come sola cosa. Neppure per i telefoni e le poste, avvenne mai che il prezzo venisse condiviso dai paesi, ne per le banche e gli interessi privati, come per le accise ed i prezzi sui carburanti tutti. Le leggi scritte son sempre diverse di paese in paese perché le esigenze si son create a misura, e immaginare d’esser tanto bravi da trovarne per tutti di armoniche e perfette, senza poter ricorrere a decreto, è illusoria credenza. E allora rivediamo il sistema, e non facciamo dire alle parole, tradotte per ognuno a suo modo, “stato di diritto”, mentre poi si pensa al diritto romano, o alla “triarchia del Reichstaat” o ad altra soluzione ancora, come quella della “common law”… triste è il sogno di una costituzione Europea, costruita sui resti e ricopiata.

Basti guardare alla storia del “la” naturale, per comprender quanto ci è voluto a prendere una posizione comune su un solo numero, il 440. Se Europa fosse stata qui veramente, la varietà, sarebbe stata la sua grandezza. Per quel che riguarda i veleni e le sostanze tossiche, poi la confusione è assai maggiore, e se qui fa male li lo puoi bere. La radioattività sempre fu cosa privata e militare, e a dirla forte, ancora stona, quindi si tace o si mischia e ad ognuno si fa dir la sua, che nella confusione, non s’è capito nulla. Eternit, Teflon, Diossina, e Bisfenolo, Arsenico nell’acqua, e Acril-ammide nelle patatine. Benzopirene, poi in tutto il bruciaticcio, e neppure una regola comune che ne fissi un limite o dica, per uno come per tutti, che fa solo male o non fa bene!!! E ora ci dite che Banca Centrale potrebbe risolvere la cosa, e pure l’FMI,  mentre ognuno parla la sua lingua e non ci comprendiamo col vicino. Il gesto, la genetica, e le medicine, che mai avete volute chiamar con lo stesso nome, e differiscono per prezzo e qualità, quantità e composizione, come se i malati qui fossero d’un tipo, e li d’un altro, che le malattie, che qui sono in lista ed esistono per questa medicina, li non ci sono neppure, e o son rare, e se ti curano per un'altra cosa, che fa pure lo stesso alle volte, non ti devi neppure  lamentare.

I gesti son diversi,  i segni stradali, i cibi, e le tasse, che se la Francia toglie il bollo dopo anni e si scusa che era per riparar le buche al tempo delle bombe, l’altro non dice nulla e ne fa tassa sulla proprietà, cosi che se impedendo al mezzo di girare perché inquina, a nessuno possa venire in mente di richiedere indietro i soldi nel giorno di assicurazione mai rischiato. Qui, tutta la cosa ha sapore di legge ed inganno, e immagino che se Europa fosse davvero esistita, non sarebbe partita dal danaro, o per quello, si sarebbe scontrata e uccisa, mentre chi nutriva i suoi conflitti, godeva di quei prestiti che gli avrebbero procurato un ricco futuro e la incitava ancor di più alla pugna. Pene diverse, per una stessa colpa, e regole divergenti.

Leggi mancanti,  che quando copiano il vicino, che ne ha scoperta un’altra e che poi rende meglio, s’introducono e cambiano i costumi locali. Istituzioni, neppure comparabili,  modelli sociali squilibrati in toto, e soldati, che non hanno un nemico, ma quello in casa che gli stato fratello. Queste intenzioni che mi danno pensiero, mi fanno comprendere quale che sia la cosa, che il senso di certe storie lontane si ritrova, nel rapimento d’Europa da parte di un Toro Bianco, e che bene si farebbe a non credere a parola che intimorisce, come a dolce lusinga, che sono gli strumenti dei furbi, quando vogliono indurre qualcuno a fare ciò che vogliono.  Non per moneta si fanno certe cose, ma per amore e con tutto il cuore.

Unire e far l’uno, non passa necessariamente per la lite, la pugna di tanti, poi di pochi e infine di due, e Uno, che ne piani di chi arreca danno e porta affanno. Le feste, la religione, gli incanti, diverse per credo, fede ed illusione. Eppure, una cosa che accomuna c’è davvero, la programmazione, che soggiace a tutto questo, e la propaganda, che martella incessantemente con le sue parole, la testa di chiodi che bucano la carne. Vedo qualcuno muoversi a quattro briglie, e altri a piedi o sul’asinello. C’è chi fa affari con la disparità, e chi le tasse non paga spostandosi qua e la. Si esige l’avere senza aver dato, e i frutti, senza aver coltivato.

Or dunque, quale incanto è mai questo? Quale malia vi rende tanto ciechi? Pace sia nel vostro cuore come nella vostra mente, che le paure che ci vengono inculcate ogni giorno, fanno guerra alla pace e l’armonia che siamo, mentre nel mondo intero imperversa il male. Il cattivo esempio, che in 18 anni plagia quelli che vedono la televisione,  vi avrà mostrati 200.000 modi per venire ammazzati; morti per finta, come per davvero, pensati, ideati e da fare, consigliati e creanti modello di comportamento come di devianza, e non solo per farne movente a storie da vendere, che si concludono inevitabilmente con la parola fine, ma per riprodurre tutto questo, fuori dall’inferno, dal quale essi certamente provengono, nel mondo reale. Come chiodi piantati nella carne, allora, prima che essi vi ledano, riconoscete il vostro persecutore e portatevi altrove, nell’atto gentile e misurato, nella semplicità e la misura di voi stessi, e mai in conflitto, portatevi oltre l’illusione dei sogni di grandezza, di quelli che non conoscono armonia e tolleranza.

Si ricominci dalle pure intenzioni del cuore, e si lascino i trenta danari a color i quali hanno tradito, la loro stessa essenza, e la loro natura, facendosi altro da quello che sono, e soffrendo per la prigione indossata, ne vogliono al mondo e di vanità e differenza fanno la loro bandiera. Armonia nel cuore e misura equilibrata in tutte le cose che fate e in quello che siete. Ritrovate voi stessi, che non vi siete persi, e andiamo su per la china sino in cima, che dall’alto, meglio si vede e si carpisce il segreto. I regni dei giusti hanno mura basse, che le puoi scavalcare, per andare a parlare anche col Re di notte mentre dorme. I regni degli empi, hanno alte mura. Hai voglia a cercar varco e ad urlare. Non ti inviteranno a parlare, ma tu bisbiglia pure, che il silenzio ascolta. Vi esorto ad impegnarvi tutti, e lasciare i numeri ai numeri, per migliorare tutto ciò che vedete sino all’orizzonte del vostro sguardo, e vi rammento che è cosa degna e saggia, restare nell’orizzonte del vostro desiderio. Che i castelli in aria e quelli di sabbia, lavoro dei maghi senza scrupoli, si sgretolino al soffiar del vento e cadano in terra. Una volta i maghi lavoravano con le formule, lo fanno ancora, ma sono finanziarie. Prima erano parole, ora numeri. Non cambia la sostanza, son sempre loro, al servizio del dio Egoista, che fa per se e maledice il mondo. C’era una filastrocca, che ora vi ripeto: Giro giro tondo,  casca il mondo,  casca la terra;  tutti giù per terra. In piedi!!!                           

Amonakur