SAVING ENERGY LAMPS HAOX
La
bufala delle lampadine a basso consumo per un pianeta verde.
( in
rosso le mie considerazioni e puntualizzazioni su quello che i media hanno
riportato )
Lentamente le lampade a risparmio energetico, grazie anche a svariate campagne di sensibilizzazione, si stanno affermando sempre di più, infatti sono molti ormai i consumatori che nelle proprie case utilizzano solamente lampade a basso consumo. ( Sarà per via di una legge o di un cartello? )
Naturalmente le lampadine ad incandescenza sono state ritirate dal commercio, quindi non c’e’ da sorprendersi se i consumatori non riescono più a trovarne facilmente.
Ma purtroppo il principale avversario contro cui combatte chi spinge per l’utilizzo di queste lampada è l’ignoranza delle persone.
L’ignoranza delle persone consente offre a coloro i quali se ne vogliano approfittare, la possibilità di fare affari d’oro legittimati da condotte idealmente irreprensibili e corrette, ( per un pianeta verde ) ma realisticamente proficue e dettate da scelte economicamente vantaggiose, per nulla verdi.
Le lampade si suddividono in generale: in lampade ad incandescenza, come molti di voi sapranno queste lampade si illuminano grazie al calore che passa attraverso il filamento di tungsteno posto all’interno del bulbo. Dopo circa 1000 ore di utilizzo il filo si spezza.
Falso: 24 ore per 365 giorni =
8760 ore. 8760 ore x25 anni, ( durata di una normale lampadina Philips che ho
in casa, da 100 watt, che è ancora funzionante è al momento di 219.000 ore di
funzionamento. Per le altre ci aggiriamo intorno alle 100.000 ore per quelle che
hanno una decina d’anni circa. Quindi affermare che le lampadine a incandescenza
con filamento al tungsteno durino circa 1000 ore e che poi questo si spezzi, è
una stronzata. Poiché in 42 giorni di uso continuato o 250 giorni di uso della
lampadina per 4 ore al giorni, si sarebbero fulminate, e tutti noi, avremmo
avuta memoria di tale fatto. Affermare tale falsità è indurre in errore i
clienti e gli utilizzatori, per propagandare la miglioria che si vuole vendere e
piazzare queste nuove al loro posto.
Viene però trasformata in luce solamente il 5 – 10 per cento dell’energia
richiesta.
Questo è un problema di carattere economico, che non verrà risolto da queste lampadine, che come tutti i circuiti a resa negativa, assorbono e sprecano per garantire alti consumi. Quando i protocolli e le falsità scientifiche in proposito della scarsità dell’energia, saranno cessate, e cambierà il protocollo, risulterà chiaro come rese maggiori del 1000% a 1 quanto all’utilizzazione dell’energia, potranno consentire davvero, non solo un risparmio, ma essa potrà essere prodotta in loco, senza alcuna interferenza di monopoli; cosa assai temuta dai detentori di tali imperi, che ricordiamo, ai tempi della torre di Tesla, decisero di non proseguire la cosa, e di buttarla giù, mentre la sua macchina elettrica, alimentata da 12 valvole termoioniche e che per mezzo di una antenna riceveva l’energia dall’etere, poteva ricevere tanta energia da poter andare ovunque senza bisogno di essere ricaricata, e addirittura, parcheggiata in garage ,ne poteva produrre per quattro famiglie. Venne disassemblata dopo il giro di prova e di verifica che funzionava perfettamente, Tesla in persona distrusse una parte del circuito e si portò via l'altra, e venne riposta in un granaio ad attendere ... il ritorno di Doc, ricordate?
Quindi un efficienza luminosa davvero molto bassa. Oltre a
questa tipologia di lampade ci sono quelle alogene a tensione di rete, che
possono essere considerate come la diretta evoluzione della lampada di
tungsteno. Risultano essere inoltre molto più efficienti. L’efficienza
energetica rispetto alla lampadina tradizionale è tra il 50-100 per cento, la
vita varia dalle 2000 alle 6000 ore.
Peccato che nella maggior parte dei casi producano
frequenze di luce ultravioletta che danneggiano la vista, la retina e posso
produrre il cancro della pelle. Andatevi a rileggere la storia delle lampade UVA
UVB e alogene di qualche tempo fa, ritirate nella maggioranza dei casi dal
mercato, senza fare troppo rumore, come si vuole quando si tenta di tacere un
problema.
Ed infine le nostre care lampade a risparmio energetico, o lampade fluorescenti, hanno una vita di molto superiore alle due tipologie di lampade citate prima, pure queste lampade però con il passare del tempo perdono luminosità ed inoltre i modelli più vecchi richiedono qualche minuto per “riscaldarsi”. In termini di consumo sono però imbattibili infatti con 20 Watt di consumo si ottiene 100 Watt di resa luminosa.
Qui però, stiamo parlando di due diverse modalità di produrre luce di diverso colore, tipo e frequenza, e quindi di una illuminazione totalmente diversa da quella del passato, e che in termini di consumi, può attestarsi come soluzione nel ridurli certamente, ma in termini di qualità, e frequenze, non risulta essere la più idonea alla salute, poiché apparentemente bianche o fortemente luminose, dal punto di vista quantitativo, in realtà si compone di frequenza verdastra, che pone nuovi problemi agli occhi, prima di tutto, e successivamente a livello cellulare ed eterico.
Facciamo ora due conti una lampada fluorescente da 20 Watt eroga una luminosità pari a 1000 lumen, ha una durata media di 8.000 ore e un prezzo di acquisto medio di 10 euro.
Qui la stima è all’eccesso, poiché basta leggere sulle confezioni delle stesse lampadine che la loro durata stimata è dalle 1000 alle 3000 ore.
Le lampadine ad incandescenza costavano al massimo un euro o meno, che non è una cosa da paragonarsi assolutamente con il prezzo attuale, che dapprincipio, per invogliare il pubblico, fu stabilito in 50 centesimi sovvenzionati ( se non mi sbaglio ) in parte dallo stato, e successivamente, si ricaricarono i mancati guadagni sul prezzo delle stesse che via via andava aumentando, sino agli attuali 7 a 10 euro per lampadina, con relativo rimborso, tramite iva, dei soldi sborsati dallo stato, che rientravano triplicati.
Durante la sua intera vita consuma 160 kWh (20 Watt x 8000 ore = 160.000 Wh) pari a una spesa di 25,6 euro di elettricità (il costo medio di essa è infatti 0,16 euro/kWh). Totale 35,6 euro. Una lampada ad incandescenza invece ha una durata di 1000 ore. Quindi per illuminare 8000 ore come nel caso precedente dovremo comprarne otto. Considerando un prezzo di acquisto pari a 1 euro il costo totale salirà a 8 euro (1 x 8). In secondo luogo per ottenere una luminosità di 1000 lumen dovremo acquistare una lampada ad incandescenza con una potenza di 100 W che corrisponderà a un maggiore consumo di energia elettrica. In 8.000 ore le lampade ad incandescenza consumano 800 kWh (8.000 ore x 100 W = 800.000 Wh) pari a una spesa di 128 euro. Totale 136 euro.
Se invece consideriamo la durata della vecchia lampadine ad incandescenza da 100 watt, per durata, intendo, approssimativamente intorno alle 150.000 ore per non fare torti a nessuno, vedremo che il calcolo comporterà la spesa aggiuntiva di altre 19 lampade a basso consumo, del prezzo di 10 euro ciascuna da aggiungere alla prima, per un totale di altri 190 euro aggiuntivi per lampade esauste, che fa assieme con i consumi previsti in 150.000 ore di 686 euro ( 19 lampade x 25,6 euro per i consumi calcolati su 8000 ore x un tempo di 150.000 ore, produrranno quindi la spesa di 486,4 euro di corrente e di 200 euro di lampade = 686 euro circa ). Mentre le lampadine di vecchi tipo, ci costeranno secondo il calcolo in eccesso a 128 euro x 8000 ore, 128 x 19 = 2432 euro, in 150.000ore di consumo calcolato per una lampada da 100 Watt, 1216 per una lampadina di 50 Watt. 608 per una lampada da 25 Watt, e 486.4 per una lampadina da 20 Watt, che è il riferimento di stima dei consumi paritaria fra le due ampolle, lasciando per un attimo da parte la qualità come i lumen o candele prodotti. Costa di meno e rendere di più, è un ottimo punto di forza per vendere un prodotto, che basa tutta la sua convenienza sull’artificio di lumen maggiori e di resa maggiori e più convenienti di quelle precedenti. Sfido chiunque di voi, allo scoccare della 7000 ora, a verificare quanto delle stesse lampade a basso consumo si sarà perso, in termini di illuminazione e di lumen, essendosi col tempo esse più riavvicinate al concetto di candela, piuttosto che a quello di strumenti duraturi e non consumabili, ed indebolita la luce prodotta.
La sola produzione di materiali di scarto da riciclare e di scorie, sostanze
tossiche prodotti e contaminanti, per il principio delle politiche Verdi,
risulterà per lo stesso periodo di utilizzo, pari a circa 40 volte, e nei casi
delle più voluminose, a 80, o 100 volte quello delle semplici lampadine ad
incandescenza. I problemi di smaltimento quindi si complicheranno avendo
aggiunte altre sostanze e materiali che produrranno altresì CO2 e inquinamento
ambientale.
Questo calcolo non fa una piega, ma considerando il fatto che una lampada ad incandescenza non dura 1000 ore come sappiamo, e che può funzionare tranquillamente per una decina di anni, magari meno, e allora ne prenderemo una di riserva, la cosa costerà un paio di euro, mentre, dal punto di vista dei lumen, o delle candele, come sappiamo, se vi ricordate i lampadari con tantissime lampadine a basso consumo e tanti pulsanti per decidere quando illuminare la sala, o come erano illuminate le case una volta, quei 25 watt, o 40 watt, che dir si voglia, bastavano ad illuminare una stanza. Il parametro di illuminazione standard media qui considerato, quindi non è che il tentativo di comparare una illuminazione moderna e il consumo che comporta con il passato, cosa completamente fuorviante, poiché la lampada da studio, era posta a pochi centimetri sopra il libro e sulla scrivania, un tempo, e bastava a leggere, mentre quella della cucina era appesa bassa, che significa, che la distanza delle lampade, essendo inferiore, forniva una luce maggiore e più concentrata nel luogo dove noi la volevamo. Se prendiamo un campione di bollette del tempo che ci parli del tipo di consumi dell’epoca, ci renderemo conto che tali considerazioni sono corrette. Non ci si doveva sguerciare per leggere, perché pochi infatti avrebbero letto di notte o al buio, essendo cosa inappropriata per costume, e tantomeno, non esistevano neppure coloro che si sarebbero messi a leggere la notte, essendo la popolazioni, non dimentichiamolo, composta da un numero tale di analfabeti, che la cosa farebbe ridere. Si veniva dalle lampioni stradali a gas, e dalle candele, e chiedere oggi ad un uomo di quel tempo di fare una passeggiata al centro, lo farebbe scappare accecato, da quanto uso improprio della stessa, ( e qui direi abuso ) stiamo facendo oggi. Ricordiamoci quindi che la quantità di lumen utilizzati oggi, come negli ultimi decenni, appena dopo la rivoluzione industriale, fu a solo fine produttivo e commerciale, essendo la ricerca dei sociologi del tempo stata fruttuosa dal punto di vista dell’aumento della produzione in fabbrica, e all’aumento della clientela nei negozi, che affluiva a modo di insetti attirati dalla luce, in quegli esercizi che maggiormente erano illuminati.
Da ciò si evince che non solo i consumi qui indicati come eventuali sono falsati, per il passato, od ampliati per stima eccessiva dei consumi per il presente, ma si comprende pure come, se non fosse stato per i tre vantaggi citati, “produzione, vendita e consumi”, non si sarebbero mai prodotti tali cambiamenti nella società consumistica. Più luce significa per costoro più lavoro, e maggior velocità, mentre la notte si accorcia sempre più, e i consumi di ogni tipo, aumentano. Parametri come 14 ore a 10 di sonno, ora sono mutati drasticamente in 18 a 6, e in alcuni casi 20 a 4 per i giovani, che approfitteranno di queste ore notturne per consumare di più di quanto non facciano normalmente di giorno, beni superflui, alcool, tabacco, rumore, e in finale, droghe, intese come puri acceleratori, anfetamine, ritmo e ogni qualsivoglia algoritmo che risulti in eccessi Arimanici, tipici del Kali Yuga.
Risparmio energetico e rispetto per l’ambiente: le nuove lampade a basso consumo hanno una durata molto più lunga rispetto alle lampade tradizionali ed in più i costi di funzionamento risultano essere più bassi, considerandone la durata media. Le nuove regole europee sul risparmio energetico hanno detto definitivamente addio alla classica lampadina da 74 watt, ma in compenso arriva una vasta gamma di lampade nuove, che sembra riescano a fare risparmiare addirittura 40 miliardi di kilowatt/ora all’anno.
Detto bene, pensato meglio, inteso perfettamente. Il “sembra” è opportuno in ogni previsione o stima che vi forniranno i diagrammi sulle energie rinnovabili, come vedrete, per offrire scappatoia legale ad ogni cosa si affermi, e per poter beneficiare di condizioni di deresponsabilizzazione,sembra, allorchè ci si accorca che qualcosa non vada bene nei calcoli previsti.
Il risparmio energetico è un argomento che deve stare a cuore a tutti, poiché ne va anche della nostra salute e proprio per questo motivo molti colossi, hanno deciso di lanciare delle campagne per informare i clienti su cosa effettivamente fare per condurre una vita a basso consumo.
La materia delle stesse lampade e le parti che le compongono è aumentata, secondo un criterio puramente economico come abbiamo visto, che ce le fa pagare oggi da 10 a 20 volte il prezzo delle precedenti, e travestire questa cosa in risparmi, è una ipocrisia, quando si chiede a ciascuno di sostituire tutte le lampade di casa, per una spesa di circa 250 euro ( 25 lampade ) da spendersi subito. Sarà nuovamente l’ambiente a pagare le spese di questa dissennata politica, che invece di ridurre le parti e semplificare, le ha ancora complicate per arrivare allo stesso risultato guadagnandoci sopra ad ogni trasformazione introdotta.
In seguito alla rivoluzione digitale, e alla riduzione dei materiali utilizzati, per contenere informazioni, sono seguiti costi maggiori non giustificabili in termini ecologici o legittimabili attraverso l’invocazione di spese di ricerca,e se i governi avessero voluto seguire queste politiche verdi, in realtà non ci avrebbero messo sopra una tassa del 100 % a fini antipirateria, atta a colpire i supporti vergini o gli strumenti di incisione e scrittura o registrazione.
In questi termini, quindi risulta
aleatorio e forzato il pensiero ecologicamente vantaggioso di alcuni
provvedimenti, atteggiamenti, e indicazioni fornite od offerte da quanti hanno
le mani in pasta.
Non è difficile immaginare come attraverso l'utilizzo da parte di alcuni, per
vantaggi derivati, si possa incorrere in raccolte di dati alterati a mano, sulla
base di scelte politiche legittimate non da necessità ambientali, ma da fine di
lucro. La distorsione dei valori, è oggi più che mai, un problema da tenere in
conto quando ci si dimentica del fattore umano o si affida ad un solo organismo
di controllo la totalità delle rilevazioni, scadendo dalla democrazia all'uso
improprio del potere.
E'auspicabile quindi, in tutte le città, la creazione di avamposti di
rilevamento ad affissione trasparente, in tempo reale, ( cabine sul territorio )
che mostrino chiaramente quei valori che normative nazionali, regionali o
comunali, impongono in senso restrittivo nella maggioranza dei casi limitando la
libertà personale dei cittadini o sanzionandola, se non tengono conto di quanto
promulgato, per evitare derive antidemocratiche e abusi di parte in toto.
In questo senso, l'utilizzo di tecnologia di rilevamento (((( cabine sensoriali
stanziali )))), che rechino affissi in tempo reali i valori reali delle
sostanze, del tempo atmosferico, dell'ambiente, importanti per la salute umana,
( radioattività e previsioni ambientali, avvisi di calamità e quant'altro ), può
risolvere il problema senza timore di interferenze fuorvianti locali o
strutturali.
La giustificazione a fini apparentemente ecologici infatti, come stiamo vedendo in senso globale, si sta facendo via via più pressante, supportata da un lato da regole giuste, ma nel contempo supportanti chiaramente interessi privati, che tendono ad avvantaggiarsene. Scientificamente parlando, i valori considerati dalle stesse norme, che vengono aggiustati a mano, corretti, aumentati o diminuiti, in ogni opuscolo o descrizione che troverete in giro, come nei documenti scientifici pubblicati da alcuni istituti, non sono che una maniera di propagandare il bisogno di attuare quelle soluzioni che fruttano di più, e chi dovrebbe garantire un mondo pulito, finisce per condizionare in altro senso, proprio quelle condotte meritevoli, che richiedo un reale risparmio, rinunce, e cooperazione; non incentrate sull'idea di soluzioni tipo impedimento/sanzione, o fondate sull'idea di nuove tasse introdotte per continuare a sporcare ancora liberamente, e di multe comunitarie, ancora da pagarsi con i soldi altrui, perché si è preferito continuare ad abusare del mondo.
Alla miniaturizzazione andrebbero seguiti incentivi e non disincentivi. L’iniquo ed improprio prezzo stabilito per quantità di informazione registrata sui supporti, fatta salire di 50 volte alla volta, per esempio, in proposito delle memorie SD digitali, rispetto agli stessi nastri DV in uso nelle videocamere di generazione precedente, o ai dischi Blue Ray, che si sono arenati, economicamente parlando, su prezzi non comparabili per quantità di informazioni registrate e costo del supporto, tale da far preferire l’utilizzo di 5 a 10 volte i supporti necessari per contenerla, a semplici fini di consumo delle Major, che cosi facendo hanno introdotto un formato migliore e meno accessibile alle masse in termini di copia o di pirateria, ma che genera, nel contempo, secondo questa linea di pensiero inevitabilmente consumi maggiori di supporti alternativi, grazie ai CODEC, che hanno progressivamente fatto di ogni matrice una colabrodo, di scarso valore dal punto di vista qualitativo, per preferire la scarsa qualità di immagini approssimative dei formati perforati o reinventati di nuova generazione jpg, mpg, mp3, mp4 eccetera . eccetera. eccetera .
Per dirla tutta, se possedete una stampante a getto d’inchiostro e la vostra cartuccia contiene 12 ml di inchiostro che al prezzo di 24 euro a cartuccia, state pagando 2000 euro al litro, nel contempo la vostra scelta obbligata optativa, vi avrà fatto introdurre nell’ambiente 84 cartucce esauste di plastica e materiali tossici non riciclabili, per una quantità di circa ( 30 grammi x84 = ) 2 kili e mezzo, se vi dice bene, e non avete una stampante come la mia che costa 5000 euro al kilo di colori e produce barilotti di scarto di 150 grammi l’uno.
Per quanto riguarda le lampade, ne esistono di svariati tipi, ormai si trovano dappertutto e, se qualche volta il prezzo potrà sembrare un po’ più alto, bisogna tenere in considerazione che viene compensato con la durata dell’oggetto ed anche con il rispetto per l’ambiente.
Il rispetto per l’ambiente è
proprio un argomento che non dovrebbero toccare costoro a mio avviso, mentre
pare evidente l’intenzione che non solo non ci si voglia discostare da quella
che si definisce come analisi dei consumi, ovvero lo studio che vuole rendere
obsoleti, inefficienti, o non funzionanti, quei prodotti che abbiamo acquistato,
il giorno seguente alla scadenza della loro garanzia, ma che si stia procedendo
verso una politica di lampade consumabili, da sostituirsi periodicamente, con
tempi assai più ridotti rispetto al passato, sia per quanto riguarda lampade a
basso consumo che per i nuovi led, che hanno anche essi vita breve.
Ormai dal 2009 ha avuto inizio la graduale messa al bando delle vecchie lampade a incandescenza, che continuerà fino al 2016, con la messa al bando di tutte le lampadine di classe C. Perché scegliere le lampade a risparmio energetico? Oltre ai vantaggi elencati finora, c’è da tenere conto della presenza estremamente ridotta di mercurio, alla ridotta emissione di CO2 ed ovviamente il risparmio di elettricità, che farà sospirare nel momento in cui si dovrà aprire la temibile bolletta.
Nelle precedenti ad incandescenza, il mercurio non c’era. E vi ricordate quando ci fecero gettare via tutti i termometri perché il mercurio si diceva essere pericoloso e tossico? Ecco dove è andato a finire probabilmente, se è stato recuperato per farci soldi. Ma per quello delle lampade, credo sarà più difficile procedere nello stesso senso, e finirà nell’ambiente, contaminando probabilmente a sua volta l’acqua che beviamo.
Da non tralasciare è lo smaltimento delle lampadine a risparmio energetico, che vanno annoverate tra i rifiuti tossici. Le lampadine non vanno smaltite, infatti, tra i rifiuti domestici. Bisogna rivolgersi ai centri di riciclaggio o a quei rivenditori che le ritirano gratis, anche quando sono solamente rotte.
Bene, ora si afferma che sono RIFIUTI TOSSICI, CHE STIAMO IMMETTENDO NEL SISTEMA NATURALE.
In ogni caso sembra che dovremo abituarci presto all’idea di rinunciare alla cara vecchia lampadina a incandescenza. Questa infatti è stata di recente messa al bando dall’Unione Europea che ne ha decretato la scomparsa entro il 2012.
Ora è la comunità
che si affretta a convincerci che
la messa al bando di queste lampadine vecchie e inquinanti è per il 2012, o è
qualcun altro che lo sta facendo?
mentre in effetti, poco prima, si è parlato di
2016. Come mai tutta questa solerzia?
Già dal prossimo Settembre 2009 dovremo dire addio alle lampade a incandescenza da 100 watt, mentre quelle da 75 watt non saranno più in commercio a partire dal 2011 e a quelle da 40 e 25 watt toccherà lo stesso destino nel 2012.
Finalmente un poco di chiarezza!!! stiamo facendo luce sul piano che hanno intenzione di attuare. Vorrei che provaste a calcolare in numero di lampadine che costoro stanno condannando a morte, che funzionano ancora perfettamente, e che sarebbero durate ancora una decina di anni se qualcuno non si fosse svegliato una mattina e le avesse accusate di essere troppo dispendiose e produrre CO2!!! Dicendovi pure di portargliele per spendere 250 euro circa e felicemente tornare a casa per vedervi in una nuova luce.
Fate questa moltiplicazione, per cortesia, perché altrimenti non comprenderete quello che sta accadendo. E facile, basta moltiplicare 25 lampade per ogni casa, e aggiungere 50 lampade per ogni negozio, e 1 lampada per ogni 20 metri di ogni strada d’Europa. Sono milioni comunque, fidatevi, e il gioco vale la candela. Compreso?
Tuttavia, ritengo sia mio dovere dirvi che, nonostante il notevole risparmio di energia elettrica che è possibile ottenere preferendo le lampade a risparmio energetico (dette anche fluorescenti) alle tradizionali lampadine, sembra che queste non siano tanto ecologiche quanto economiche.
Oh, gli è venuto un dubbio!! Anche a noi.
Questo a causa del loro elevato contenuto di materiali, come il mercurio, altamente inquinanti e di difficile smaltimento. Inoltre, secondo alcuni esperti, il risparmio energetico non sarebbe poi così alto come assicurato.
Non parlerei di assicurazione,
perché avrebbero la responsabilità di tali affermazioni e pagherebbero in
termini legali per quello che vanno affermando, ma di stime, che si basano su
assunti, tipicamente inventati, impliciti e manipolanti il nostro ragionamento.
I numeri, come si sa, sono facilmente manipolabili, quando si considerano curve
o stime in riferimento a trend che sono stati calcolati per produrre una certa
idea, e non per conoscere realmente una situazione.
E' certa sin da ora l’introduzione
di una tassa aggiuntiva a tutti i costi di smaltimento che le stesse lampade
richiederanno e i governi faranno pagare a chi le getta, che non tocca
minimamente i produttori delle stesse, che invece, secondo legislazioni
"corrette", dovrebbero provvedere responsabilmente e in prima persona al loro
smaltimento. Quindi, è auspicabile, che ad una attenta lettura di quanto affermato
sopra, vengano istituiti nelle fabbriche che le producono, centri di smaltimento,
ove, con i soldi che le stesse multinazionali hanno guadagnati, si provveda alle
spese ambientali di smaltimento, secondo un principio di responsabilità
tecnologico ambientale diretta, sui produttori che sporcano, al fine di
incentivare la prossima volta tecnologie pulite da premiarsi, e non come si fece
per la centrale nucleare di Fukushima, ove la società che la gestiva, secondo il
disegno della General Electric, ha potuto stoccare le barre di MOX altamente
pericoloso e radiattivo per anni proprio sopra i reattori esplosi, senza nemmeno
preoccuparsi di andarli a confinare in una miniera o renderli innocui con
tecnologia che abbiamo già scoperta sin dal 1996 e si è provata idonea e
funzionante.
Non spetta certamente a me stabilire dove stia la verità, nè avrei i mezzi per farlo. Io francamente non credo che sia prudente risparmiare a spese del pianeta e ancora una volta resto in attesa e rifletto…
Bene, io personalmente preferisco non restare in attesa, a riflettere... per chiarire e per migliorare, per non incorrere nuovamente in quei tranelli che alcuni preparano a spese dei popoli, come l’HOAX della pandemia, e altre fandonie del non sto qui a riportarvi, che periodicamente depauperano le casse degli stati imponendo politiche del terrore ai popoli, e spese inutili e malamente giustificabili ad altri, non rimborsabili, e in favore di parti non giudicabili, ma loro sanno quello che fanno come lo sappiamo noi, quindi qui non si tratta di spartire la torta, ma di raddrizzare mentalità distorte.
Edison ha offerto uno straordinario contributo all’umanità inventando la lampadina, ma adesso i tempi sono cambiati ed è arrivato il momento di dire addio anche alle vecchie lampadine a 60 watt, che seguono la scia delle “colleghe” da 100 e 75 watt, già bandite dal commercio a partire da due anni fa.
Mi domando chi bandisce le lampadine a questo punto, se è lecito chiedere? prima che le leggi vengano approvate....
L’Unione Europea, infatti, ha stabilito un calendario per sostituire gradualmente, nel corso degli anni, le vecchie lampadine con quelle a risparmio energetico. Si spazia da fluorescenti, alogene, led e ad alta efficienza, che grazie alle varie campagne di sensibilizzazione e al risparmio che comportano, sono già presenti in abbondanza nelle nostre case.
L’impatto si noterà non solo nel portafogli, ma anche per quanto riguarda le emissioni di anidride carbonica, che dovranno ridursi così di circa 1.300 tonnellate.
Questa stima è falsa, e se usaste il buon senso che avete, non perdereste tempo appresso a queste fandonie. L’anidride carbonica aumenteranno di qualche decina di volte almeno, anche se non è la cosa piu importante da considerare, ( a loro in effetti basta che vada ad incidere sui valori per giustificare la Carbon tax ) e con essa, mercurio e diossina come prodotti di scarto ambientale e conseguenza del loro riciclaggio.
Le lampadine a risparmio energetico si stanno lentamente affermando nel mercato, anche a grazie ad alcune campagne di sensibilizzazione per la salvaguardia del pianeta.
Ah, la salvaguardia del pianeta, che belle parole. Poesia?
Purtroppo però molta gente non ha ancora preso in considerazione questo prodotto e continua ad utilizzare le vecchie ed antieconomiche lampadine ad incandescenza.
Antieconomiche per chi?
Le tematiche ambientali toccano sempre più gli individui e una maggiore attenzione all’impiego delle risorse ha portato governi ad organizzare programmi di riduzione degli sprechi e di utilizzo più parsimonioso delle risorse energetiche. Nel 2006 l’Ue ha emanato la direttiva 2006/32/CE sull’efficienza degli usi finali dell’energia e i servizi energetici e ha fornito interventi ed obiettivi auspicando che siano resi operativi dagli Stati membri. In Europa il 14% dell’energia elettrica é impiegato per l’illuminazione, ecco perché le politiche di consumo sono spesso incentrate sulle modalità attraverso le quali la luce viene quotidianamente prodotta e utilizzata. Le lampade a risparmio energetico, permettono di risparmiare l’80% di energia rispetto alle normali lampadine di uguale emissione luminosa e hanno una durata fino a 15 volte superiore.
Eccoli di nuovo che seguono il protocollo, ogni volta che danno una stima, essa sarà sempre a loro favore e sempre diversa, al fine di offrire un ventaglio tale di valutazioni che non si saprà più chi le ha fatte. Lo stesso succede per la radioattività, le sostanze tossiche nell’aria, le polveri sottili e tutti quei valori di allarme che oltrepassando le soglie, subiranno l’effetto nero di seppia.
Costano circa 10 volte di più, ma durano da 8 a 10 volte di più e consumano molto meno. Dal primo settembre di queast’anno non possono più essere prodotte le vecchie lampadine elettriche a incandescenza, sempre in ottemperanza alla direttiva di cui sopra.
Bellissima la frase durano di più, senza secondo termine di paragone.
Arriva la svolta: in meno di quattro anni dovremo dire addio alle vecchie lampadine ad alto consumo. L’Unione europea ha deciso che entro settembre 2012 saranno messe al bando tutte le lampadine incandescenti e sostituite con quelle a minor consumo energetico. Le lampadine incandescenti da 100 watt non saranno più in vendita a partire da settembre 2009, mentre quelle da 75 watt saranno sostituite dal 2011 e quelle da 40 e 25 dal 2012.
La svolta come qui si dice, non cita minimamente le stufette elettriche, che si sono portate a 2200 Watt, rispetto al massimo precedente di 2000, e che non sono state minimamente citate, come pure i phon, i ferri da stiro e i forni elettrici, i microonde e gli scaldabagni elettrici. Questi strumenti infatti garantiscono un tale introito, alle compagnie elettriche, che non si può neppure citarli una volta, indicandoci chiaramente quanto le asserzioni circa l’intenzione di procedere verso il risparmio energetico, siano false, e come, essendo falso tutto il tentativo di convincerci che stanno procedendo in senso ecologico, l’intera cosa sia un piano di attuazione del solito HOAX miliardario che condiziona tutti a spendere e spandere con false asserzioni.
Quali saranno i cambiamenti in termini di risparmio? Secondo la Commissione europea, col passaggio a lampadine fluorescenti si risparmierà l’equivalente del consumo energetico di 11 milioni di famiglie europee. Si avrà una riduzione pari a 15 milioni di tonnellate nelle emissioni di diossido di carbonio e a un risparmio di 50 euro all’anno nelle bollette di ciascuna famiglia.
Ma se ne dobbiamo spendere 250 per cambiare le lampadine!!!
La luce in un paese come il nostro influisce complessivamente per circa il 19 per cento del fabbisogno di elettricità, mentre si stima che in un paese come gli Stati Uniti sia responsabile dell’emissione di 1,5 milioni di tonnellate di gas serra annui.
Così fino al 2016 le lampadine ad incandescenza e anche quelle alogene ad alto consumo dovranno scomparire del tutto, le uniche lampadine che potremmo acquistare sono quelle fluorescenti a risparmio energetico e le alogene ad alta efficienza.
Sulla bolletta si risparmierà intorno ai 20 euro l’anno.
Puff... e se scoppia una ai vapori di mercurio lo sai cosa devi fare?
Ahia, il risparmio annuo sulla bolletta qui cominciano a dire che sarà di 20 euro l’anno. Ma allora, per rientrare della spesa ci vorranno 12 anni per ripagarmi il risparmio, e andare a pari. Bene, ma 8000 ore stimate di luce, considerate 4 ore di illuminazione al giorno a lampada, sono meno di 5 anni e mezzo, e poi, mi ritroverei a ricomprarle tutte di nuovo se non si sono rotte prima o affievolite. Questo significa semplicemente che secondo questa ultima stima, più realistica certamente, dovremo spendere poco più di 600 euro di lampadine in una dozzina di anni, e risparmiando 20 euro l’anno di corrente consumata, che fa 240 euro per i 12 anni calcolati, fa una spesa complessiva in più di 360 euro e danni incalcolabili per l’ambiente. Davvero un buon affare!!! Lo compro!!!
In Europa in totale la popolazione risparmierà ben miliardi di euro con un taglio della CO2 di ben 38 milioni di tonnellate. La decisione della Commissione europea era stata approvata l’8 dicembre scorso dai rappresentati dei ventisette paesi membri. La direttiva quindi la graduale sostituzione delle vecchie lampadine.
Bellissima l’affermazione “risparmierà ben miliardi di euro”, dove chi scrive scorda di indicare quanti!!! Ma supporta con un taglio della emissione di CO2 di precise 38 milioni di tonnellate. WOW.
Attenzione però: quando una lampadina fluorescente si spacca il mercurio altamente volatile si diffonde immediatamente nell’ambiente e quindi é necessario che ventiliate il locale per circa 30 minuti e che non tocchiate a mani nude i frammenti.
Ahhhiaa, mi sono tagliato!!! Devo andare al pronto soccorso? Davvero? Ma daiii sono ecologiche e non fanno male alla natura. Che dice???!!! Ce lo respiriamo? Evapora? Dobbiamo aprire la finestra e ventilare il locale per trenta minuti? Non toccare i frammenti? E chi li pulisce? E chi la tocca sta lampadina pericolosa, ora mi tocca buttare via pure il lampadario!!! I guanti?
Nocive? Ma non erano a favore dell’ambiente?
Alcune eccezioni alla produzione delle vecchie lampadine a incandescenza sono: lampade da frigoriferi, congelatori e forni, lampade usate in neonatologia e per le incubatrici degli allevamenti. Perché concederle vicino ad allevamenti e bambini? Sarà forse che, come qualcuno sostiene queste lampade potrebbero essere dannose per la salute di uomini o animali??
Alcune catene alimentari anticipando di un anno la legge, elimineranno dagli scaffali le lampadine ad incandescenza, per tutti gli altri negozi l’addio è fissato per il 2009.
Qui addirittura si dice che alcune compagnie stiano correndo ai ripari prima dell’emanazione della stessa legge. Ma stiamo scherzando? Quale solerzia!!! Dove corrono? Mi sa tanto che questi ripari si riveleranno ben presto scarsamente convenienti in merito alla questione in toto. Ora si retrodata addirittura l’addio alle lampade ad incandescenza al 2009. Ma chi la sta spingendo sui media questa cosa? Si può sapere quali multinazionali, a parte quelle che producono le lampadine in questione e quali gruppi e corporazioni stiano imponendo la cosa? I nomi dicono tutto, cercateli pure che fa bene alla consapevolezza. E tutte quelle foglioline che vedete attorno alle lampadine a basso consumo che vi stanno proponendo, consideratele come un esempio di "ipocrisia iconica", tendente a produrre un immaginario collettivo falsato.
Quella fatta da alcuni gruppi, è stata una scelta di rispetto ambientale, che permetterà di evitare il riversamento nell’atmosfera di 120.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
Risparmiare il riversamento
nell’atmosfera di 120.000 ( ora sono 120.000 tonnellate di anidride carbonica
prodotte, -poco prima erano 38 milioni di tonnellate, ricordate? ) non
producendo più le lampadine ad incandescenza è cosa buona, e che porterà
giovamento alla terra.
Peccato, che qui non si dica che per produrre quelle a basso consumo che
prenderanno il posto delle precedenti, si spenderà, in termini di introduzione
di anidride carbonica ( come se questo fosse il solo parametro da considerarsi
), almeno dieci volte tanto, con l’aggiunta di altri prodotti nocivi e gas
tossici, generati per produrre quelle parti che prima le lampade ad
incandescenza non avevano e presenti nelle stesse, vapori di mercurio.
Sono certo che a questo punto avrete compresa l’importanza di essere consapevoli e di ragionare con la vostra testa. Prima di correre in qualche direzione, felici di spendere, pensateci su. Vi ricordate di quelli che spendevano i soldi che non avevano? Se li sono fatti prestare e poi si sono ritrovati indebitati fino al collo. Sale in zucca ci vuole, e non cadete in tentazione, che prima la scienza loda, poi maledice quel che ha fatto, ma quel che succede in mezzo, passa per la nostra pelle.
In tutto ciò, dimenticavo di parlare del fatto che mentre i normali imballaggi di cartone erano cosa di poco conto, e facilmente riciclabili, i nuovi imballaggi di plastica resistente non biodegradabile delle lampade a basso consumo, aggiungeranno un quantitativo di CO2 e di sostanze tossiche all’ambiente pari ad almeno il doppio di quello che si dice si sarebbe risparmiato in termini di emissioni producendo le vecchie lampadine, alla faccia del pianeta verde.
Le lampadine fluorescenti compatte -LFC-(note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettro - sensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all’illuminazione a basso consumo.
Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell'articolo pubblicato su Il consapevole e la rivista Icaro.
Radiazioni Elettromagnetiche
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements e'lectromagne'tiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l'abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro. L’effetto dannoso dell'elettricità sporca e' stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas.
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch’esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.
Mercurio
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo e' più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.
Radiazioni UV
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. E' ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle.
La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico . Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole.
La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC puo' circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintanto che saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.
Ulteriori problemi
Altri problemi correlati
all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce - che può provocare mal di
testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione - e l’alta
percentuale della componente blu verde della luce che, come e' risaputo,
diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del
sonno, tumori, attacchi di cuore secondo la cromoterapia e gli effetti delle
frequenze luminose sulla persona.
Resta ancora da vedere a quale frequenza (
apparentemente 40000 Hz ) queste lampadine stanno lavorando, che certamente,
essendo esse stesse di forma e potenza diversa, potrà variare in misura della
composizione del gas, o della quantità che esse stesse contengono. Lo sfarfallio
non avvertibile in senso ottico, non per questo, cessa di essere un problema, e
la loro interferenza come creazione di campi elettrici caricati indotti nelle
cellule degli animali che si trovino in loro prossimità, potrebbe rilevarsi un
problema. Analizzeremo più avanti le loro emissioni, per capire meglio cosa
stanno producendo, e nel caso di crisi epilettiche si dovranno confrontare i
dati raccolti, per riscontrare le evidenze taciute.
Cosa fare?
Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. Se poi volete seriamente risparmiare energia cominciamo dall'isolare bene le abitazioni, l'illuminazione per le nostre case assorbe appena il 15% dei consumi energetici. Per ridurre le emissioni è sicuramente prioritario risparmiare sull'energia necessaria utilizzata per riscaldare e rinfrescare gli edifici, e considerare dapprima tutti quegli apparati che consumano dai 1000 watt in su, che in finale, in Italia, dato che l’energia Nucleare prodotta in Francia ci viene venduta di notte, quando costa meno, e viene utilizzata per ricaricare i bacini idroelettrici, che poi di giorno ne produrranno a loro volta, facendola pagare più del doppio, kilowatt diurno, questo tipo di comportamento non aiuta affatto il pianeta, né proviene da una mentalità verde, ma è il classico esempio di sfruttamento intelligente basato sulla furbizia per ottenere il massimo lucro possibile.
P.S.
Se avete notato quante volte elementi naturali di colore verde, dallo sfondo,
alle foglie, ai contesti naturali o idee di natura, ( anche una lumachina ) hanno fatto da cornice
all'immagine di queste nuove lampade, vi sarete accorti che questo tipo di
martellamento di immagine è la bandiera di questa campagna pubblicitaria e
propagandistica, atta a far passare concetti che non sono reali che nel mondo
immaginario della pubblicità.
Questo pianeta non ha bisogno di altra ipocrisia,
ma di uomini svegli e intenzionati, capaci di discernere, e non trincerarsi
dietro alle parole, "tanto non si può fare nulla...." ma volenterosi, attenti e
coerenti con le leggi armoniche della natura, come con il rispetto di equilibri
che se sfidati, sconvolgeranno la sorte di coloro che ne hanno prodotto il
disequilibrio.
Non ho quindi bisogno di aggiungere altro, alla già lunga lista
di dati che vi ho forniti, perché immagino a questo punto di essere stato
abbastanza esaustivo.
I nomi di coloro i quali attuano e praticano o supportano certe scelte o novità
tecnologiche, vanno trascritti e registrati su documenti di responsabilità
ecologica, atti a produrre d'ora in avanti, soluzioni alle pecche dei problemi
futuri che sorgeranno e che potrebbero produrre quegli strumenti. E' il caso di
istituire organi di responsabilità ecologica, non di parte, e che possano
testare per tempo, quello che si sta per introdurre nella società. Affermare che
non si sapeva qualcosa, è dire una bugia. Lavorare in senso pubblicitario
falsando la realtà, significa mentire spudoratamente.
Bisogna che ad ogni innovazione corrisponda una previsione di calcolo del ciclo
completo dei danni che potrebbe produrre, consapevole e cosciente, e che gli
smaltimenti e i danni vengano considerati come spese di gestione della cosa, non
scaricabili sulla società, ma sulle società che ne beneficiano direttamente.
Non si fa forse cosi per le medicine? 1 caso su 100.000 che venga difettosa?
ecc... ecc...
Chi vende prodotti che possono arrecare danno, dovrebbe fare i conti con le
conseguenze di quanto ha introdotto o indotto nella società. Procedure tanto
generalizzate e omnipervasive, meritano considerazione, di essere riconsiderate,
e rivalutate in corso d'opera, potendo facilmente sfociare in qualcosa che
andrebbe definito come un crimini ecologico a danno dell'umanità, della vita
animale, della vita vegetale o della Terra.
Ora vi dico una verità:
Quando vi confesso che realmente le 1000 persone
munite di cellulari che transitano tranquillamente nella metropolitana, e che
stanno andando a lavoro o tornando a casa, esausti, hanno indosso di fatto
strumenti a microonde che possono produrre sino a 2 watt di emissione in
radiofrequenze di diverse altezze ciascuno, non dico qualcosa di nuovo, ma sto
parlando in questo caso di consapevolezza e coscienza, su numeri che la scienza
conosce ma che la politica evita di vedere.
Due treni, che si sfiorino ogni due minuti, in
direzioni opposte, nelle metropolitane di Londra, Parigi, New York, si
tradurranno in "pompe a microonde mortali", producendo ( 2000 cellulari x 1,5
Watt medi = 3000 Watt di emissione pulsante ) che genererà distorsioni del campo
magnetico tali da interferire con le nostre cellule in modo deleterio. Qui vi
parlo dei valori di SAR, e della sinergia di quanto nella realtà poi sta
accadendo realmente ma di cui nessuno vuole parlare. Andate pure a vedere cosa
accade o è accaduto a quei tecnici civili o militari, e a coloro che si trovano
per sfortuna, a vivere nei pressi di antenne da migliaia di Watt. Accelerazione
e decelerazione cellulare sono due delle conseguenze possibili, traducibili in
Leucemia o Cancro, a seconda dei casi.
Quindi, fare finta che tali distorsioni
elettromagnetiche non esistano o possano arrecare danno, è pura ipocrisia e
dimenticanza servile, per evitare di fare riferimento a paranoie da Depopulation
strategy o a qualcosa di peggio. Devo confessarvi di cuore, che non fa bene
stare seduti dentro un Radar in funzione, e che è ora che si vietino
semplicemente in quei vani chiusi e sovra popolati certi strumenti, spegnendoli
a mano, o addirittura automaticamente, a fini biologici.
Coloro i
quali beneficiano e si stanno avvantaggiando del fatto che certe cose non si
sappiano, ( nescenze ), vadano quindi iscritti in un "Libro ecologico -
biologico", al fine di rispondere personalmente a quelle domande e a quei
problemi che potrebbero insorgere un giorno in relazione alle loro invenzioni,
con tanto di assicurazione sui danni causati, e fondo bloccato per dieci anni
almeno a garanzia, per far fronte ad eventuali riparazioni dei danni personali
causati o di quelli naturali prodotti.
La
responsabilità è qualcosa che va
ricollegata alla fonte dei problemi quando essi insorgono e divengono reali.
Si
apprestino quindi coloro che sono animati da buone intenzioni, a lasciar
commerciare pure quelli che lo possono, ma a farglielo fare
legalmente solo a condizione che essi ripuliscano tutto quello che avranno
sporcato, in prima persona. Se non dovessero gradire o voler ottemperare a
questo sano principio, sarà il caso che si astengano dalla cosa o dal procedere in tal
senso momentaneamente.
Mancano, se ve
ne siete accorti allo studio sopracitato i dati circa le quantità veritiere di CO2 prodotte dagli
imballaggi, dalla carta e plastica utilizzata ai fini di propagandare questi
prodotti, dai cartelloni pubblicitari, alle riviste, depliant, e pubblicità nei
supermercati ecc... e questi, come potrete evincere dall'ampiezza della mossa in
corso, non solo valori irrisori, ma assai elevati di CO2 immessa per garantire
questo cambio.
I nuovi imballaggi di plastica cosi resistente, si sono resi indispensabili per
far fronte all'evenienza che queste lampade rompendosi avrebbero potuto
contaminare altre confezioni, venditori, trasportatori ecc... e si sono
utilizzati per garantire quella tenuta dei vapori di mercurio che sarebbero
potuti fuoriuscire dalle stesse.
Direi che questo è un altro regalo che costoro ci hanno fatto, e che andrebbe comparato con i precedenti imballaggi di cartoncino dal peso di una decina di grammi, completamente riciclabili, di bassissimo costo e impatto ambientale, al confronto, cosa che ci fa capire meglio come stiano le cose.
La tossicità reale dei nuovi
prodotti, è cosa certa, come maggiori saranno i costi per lo smaltimento.
I valori degli indici ultravioletti che si propagano nell'ambiente e
possono produrre conseguenze sulla salute, nonché i valori
sull'elettromagnetismo prodotto dalle stesse, ( smog elettrico ), e quelli circa
lo smaltimento delle stesse lampade rotte od esauste, in termini non solo di
CO2, ma di inquinamento possibile delle acque, e dei cibi, che porterà
inevitabilmente, visto l'attuale piano di sostituirle tutte, alla creazione di patologie legate al
mercurio disperso nell'ambiente, sono possibile ed eventuali, o probabili, come
pure certe, conseguenze di tipo karmico diretto e indiretto.
Con ciò vi saluto, confidando nella vostra attenzione circa le cose del mondo che siete.
Non dimenticatelo mai, che siete il mondo e che lascerete ai vostri figli quello
che siete stati, e poiché a nessuno è dato il diritto di rovinare la creazione,
come di maledire il futuro che sarà. Quelli che attraverso atti impuri e
condotta da empi stanno rovinando il mondo, vadano redarguiti.
E' vostro dovere salvaguardare il tesoro.
Ed è tempo che Terra sia, e che ciò accada senza indugio.
Rinunciare a mangiare
quando il cibo è avvelenato, è cosa sana.
Siate prudenti e rispettosi, e grande sarà la ricompensa.
L'armonia che nasce
dentro e si riflette nel creato, è pace multiversale e vita.
La notte fa a metà col giorno, non fate la fine delle falene, ma rispettate la
misura,
il tempo del riposo e i ritmi della terra.
Se c'e' una soluzione a questa crisi,
viene dal vedere il mondo in una nuova luce,
e questa non verrà di certo da quella ai vapori di mercurio di queste lampade.
Prudenza e saggezza.
Amonakur
Altre informazioni:
Controindicazioni
Ci possono essere problemi di inquinamento a livello locale se le nuove lampadine non vengono gestite adeguatamente nei rifiuti. In Europa la legge impone ai rivenditori di fornire strutture per il loro riciclo, ma c’è una scarsa realizzazione concreta. La maggior parte delle lampadine finisce nei terreni delle discariche dove si rompono e rilasciano mercurio e altre tossine che possono raggiungere alte concentrazioni a livello locale con un rischio di contaminazione delle falde acquifere.
Rottura
Dobbiamo anche considerare cosa va fatto nel caso in cui si rompa una lampadina
fluorescente compatta in casa. Poiché i vapori di mercurio sono tossici, la
soluzione migliore è aprire le finestre ed uscire dalla stanza per almeno 15
minuti fino a quando esalano i vapori di mercurio. Poi bisogna mettere dei
guanti di gomma per pulire i frammenti (che contengono anche del fosforo
tossico) con un panno (non con l’aspirapolvere!!!). Bisogna togliere tutti i
pezzetti di vetro con un panno di carta e tutto andrebbe buttato dentro due
buste di plastica (negli appositi contenitori di smaltimento rifiuti tossici).
Emissione di luce
Le lampadine fluorescenti compatte sono fisicamente più larghe di quelle a
incandescenza e potrebbero servirne di più piccole e meno luminose per metterle
nelle lampade preesistenti. Peraltro, non sono indicate per gli esterni perché
funzionano poco al freddo. Persino all’interno molte hanno bisogno di diversi
minuti prima di raggiungere la piena luminosità e non sono indicate, perciò, per
un uso breve come nelle toilette. Un problema ulteriore è che la maggior parte
di queste lampadine non può essere regolata in intensità con gli interruttori
perché sono o accese al massimo o spente.
Colore della luce
Il colore della luce fluorescente è descritto di solito con i gradi di
temperatura che servono a far produrre al metallo quel colore.
Per esempio, una lampadina bianca calda ha una temperatura di 2700 gradi Kelvin
mentre una luce tipo da “sole di mezzogiorno” è intorno ai 5000 – 6000 gradi.
I colori diversi si ottengono con tipi diversi di fosforo .Spesso, per ottenere
una luce simile a quella del giorno, si usa una miscela di fosfori. Si tratta di
un’ illusione = la luce del giorno consiste di un vasto spettro di tutte le onde
luminose, ma la luce fluorescente è un misto di onde luminose di diversa
lunghezza d’onda con aree scure al loro interno.
Resa del colore
Persino una lampadina fluorescente del tipo “luce del giorno” non dà
l’equivalente della vera luce del giorno a causa di alcuni vuoti nel suo
spettro, che riducono la “ricchezza” dei colori della luce del sole e rendono
difficile distinguere i colori.
Si possono riempire i vuoti nello spettro aggiungendo altro fosforo, ma questo
riduce l’efficienza delle lampadine, perciò la quantità dei fosfori è in genere
frutto di un compromesso. Le lampadine a tre fosfori danno una buona resa del
colore, ma non perfetta. Molti che sono abituati alle luci a incandescenza
ritengono quelle fluorescenti troppo fredde per un soggiorno e preferiscono
colori caldi come il bianco caldo.
Elettronica
Le lampadine a incandescenza funzionano solo con la corrente alternata e hanno
bisogno di un impulso ad alto voltaggio e di filamenti riscaldati per dare
inizio alla differenza di potenziale che le accende. Peraltro, la corrente deve
essere limitata dall’esterno perché un eccesso potrebbe farle scoppiare. Nelle
vecchie lampade fluorescenti questa funzione era svolta dall’interruttore di
avvio e dal “choke” (un groviglio di fili avvolti intorno ad un cuore di
acciaio).
Una volta accesa la lampadina, la corrente fluisce nel tubo come un’onda a varie
frequenze, rispettivamente 50 Hz (cicli per secondo) in Europa e 60 Hz in
America. Questo fa fluttuare l’intensità della luce ad ogni ciclo (cioè 100 o
120 volte al secondo) e alcune persone, come gli epilettici e chi soffre di
emicrania ne sono disturbati. Tuttavia, quasi tutte le lampadine fluorescenti
compatte usano un sistema di controllo elettronico, cioè di solito un
interruttore alla base della stessa lampadina che rettifica la corrente
alternata e la converte in corrente diretta “tagliandola” elettronicamente in
una serie di impulsi alternati di forma rettangolare che illuminano la
lampadina.
Comunque, la nuova frequenza di 40000 Hz (40.000 cicli al secondo) è così alta e
i vuoti tra gli impulsi sono talmente brevi che la risposta relativamente lenta
dei fosfori riescono a riempirli e, perciò, queste lampade non flashano più.
Effetti biologici
Nonostante l’assenza dell’effetto flashante, molte persone riportano malesseri
quando usano le lampadine fluorescenti compatte. I sintomi tipici comprendono
confusione,nausea, acufeni (fischi alle orecchie o ovattamento), mal di testa e
vari disturbi alla pelle. In particolare, chi soffre di emicrania o di epilessia
riferisce che queste lampadine aggravano la loro condizione.
Questi effetti potrebbero essere dovuti alla radiazione elettromagnetica
pulsata, o a risonanti che entrando in relazione con flussi di impulsi biologici
di analoga frequenza, potrebbero interferire con essi.
I sintomi dell’esposizione alla radiazione delle lampadine fluorescenti compatte
sono molto simili a quelli riferiti dalle persone elettrosensibili quando sono
esposte a campi elettromagnetici pulsanti. Poiché le lampadine non flashano,
sembra probabile che questi sintomi siano una conseguenza diretta della
radiazione elettromagnetica pulsata sul cervello e sul sistema nervoso. La
componente magnetica della radiazione è la più pericolosa perché può penetrare a
fondo nel corpo umano dove produce un voltaggio elettrico direttamente
proporzionale rispetto alla percentuale di scambio.
I tempi rapidi tra gli impulsi magnetici alti e bassi possono dare perciò,
enormi voltaggi potenzialmente pericolosi sia per l’interno delle cellule
viventi che per le loro membrane.
Contaminazione dei cavi
Le lampadine fluorescenti compatte di bassa qualità consentono agli impulsi di
tornare indietro nei cavi elettrici principali, contribuendo a produrre la
cosiddetta “elettricità sporca” e aumentano il suo effetto nelle stanze e nelle
case vicine. Si può individuare questo fenomeno tenendo vicino ai fili una radio
sintonizzata su AM tra due stazioni. Poiché gli impulsi, per loro natura,
contengono le armoniche (multipli delle frequenze originali) che si estendono
oltre lo spettro delle frequenze radio, se si sente un ronzio significa che c’è
una perdita degli impulsi dai fili elettrici e bisognerebbe sostituire le
lampadine che creano il problema con altre di qualità migliore.
La contaminazione dei cavi con “elettricità sporca” non viene solo dalle
lampadine fluorescenti compatte. Le misurazioni fatte da David Stetzer nella
biblioteca dell’American School hanno dimostrato che l’elettricità consiste di
centinaia di picchi magnetici che potevano arrivare fino a centinaia di
millivolt di altezza, sovrapposti a ciascun ciclo dei cavi da 120 volt. Sebbene
il maggiore di questi picchi fosse solo una minima frazione del voltaggio
principale, era la rapida oscillazione tra picchi alti e bassi a creare
l’attività biologica.
I campi magnetici “taglienti” così generati penetrano i tessuti viventi
facilmente, mentre i loro rapidi cambiamenti nell’ampiezza di campo producono
campi di largo voltaggio. Diversi studi delle dott.ssa Magda Havas della Trent
University in Canada e di vari collaboratori hanno dimostrato che rimuovere
questi campi nei cavi principali con filtri Graham/Stetzer fanno migliorare la
salute, la capacità di apprendimento e il comportamento dei bambini, si riduce
la necessità di insulina per trattare i diabetici e un miglioramento dei sintomi
dell’elettrosensibilità.
Elettrosensibilità
Le persone danneggiate dai campi elettromagnetici deboli vengono definite
“elettrosensibili” o affette da Iper-Sensibilità Elettromagnetica. Ne soffre un
terzo circa della popolazione, sebbene ci si aspetti che la percentuale aumenti
poiché sempre più persone si sensibilizzano e anche quelle sensibilizzate, ma
che non se ne rendono conto, scoprono col tempo che i loro sintomi sono
correlati all’esposizione ai campi elettromagnetici.
I sintomi dell’elettrosensibilità sono molti e vari e non tutti soffrono allo
stesso modo o con la stessa intensità. Alcuni effetti riguardano il cervello e
il sistema nervoso e spesso compaiono durante o subito dopo un’esposizione. Tra
i sintomi vi sono confusione, acufeni, pizzicore, noduli ingrossati, sensazione
di bruciore, parestesia, stanchezza e mal di testa. Gli effetti a lungo termine
comprendono disturbi della pelle, problemi intestinali, aumento della tendenza
ad allergie e a sensibilità chimica.
Meccanismi delle elettrosensibilità
Gli individui elettrosensibili sono fisiologicamente diversi dagli altri.Eltiti
e i suoi collaboratori dell’Università dell’Essex lo hanno dimostrato
chiaramente in un progetto per l’industria telefonica e per il governo del Regno
Unito. Hanno voluto vedere se gli individui elettrosensibili riuscivano ad
identificare la radiazione emessa da ripetitori della telefonia cellulare. Hanno
escluso gli epilettici e le persone con peacemakers per l’aritmia cardiaca, che
potrebbero essere particolarmente sensibili e la maggior parte dei risultati
erano meno conclusivi di quanto avrebbero dovuto essere. Comunque, hanno
dimostrato chiaramente che il gruppo delle persone con Iper-sensibilità
Elettromagnetica (EHS) avevano una pelle con una conducibilità elettrica
significativamente più alta rispetto ai controlli non- elettrosensibili (P <
0,001). Questo significa che le cellule della loro pelle erano più permeabili
agli ioni che normalmente portano l’elettricità ai tessuti. Ci sono oggi prove
sufficienti che la maggior parte dei sintomi dell’elettrosensibilità provengono
dalla perdita di ioni dalle membrane cellulari in risposta a campi
elettromagnetici. Di conseguenza, se gli individui elettrosensibili hanno delle
membrane con perdite anomale di ioni, saranno più influenzate dai campi
elettromagnetici.
Disturbi sensoriali
La perdita dalle membrane può rendere conto dei sintomi neurologici dell’elettrosensibilità.
Sappiamo che la radiazione di campi elettromagnetici deboli possono rimuovere
temporaneamente gli ioni di calcio strutturalmente importanti dalle membrane
cellulari, facendole perdere.
Sfortunatamente tutti i nostri sensi dipendono dal flusso di ioni attraverso le
membrane delle cellule sensoriali ad un livello che dipende dalla forza dello
stimolo. Questo funziona bene per la maggior parte di noi, la maggior parte del
tempo, ma se le cellule sensoriali delle persone elettrosensibili perdono,
qualsiasi ulteriore perdita indotta da campi elettromagnetici causerà
probabilmente impulsi nervosi e darà delle false sensazioni.
Gli effetti sull’orecchio sono come il mal d’auto
Le principali cellule sensoriali dell’orecchio sono le cellule cigliate. Le
ciglia al loro apice si curvano quando percepiscono il movimento dell’ambiente
circostante. Questo fa uscire degli ioni dalle loro membrane per ridurre il
voltaggio tra di loro.
Reagiscono rilasciando neurotrasmettitori che stimolano le cellule nervose
circostanti ad inviare segnali al cervello. Quelle cellule, poste alla fine dei
canali semicircolari, hanno le loro ciglia inserite in un gel che si deforma in
risposta ai movimenti del fluido interno. Poiché il fluido interno ai canali
tende ad essere fermo quando la testa si gira improvvisamente sembra che il
fluido percorra il gel così che questo misura rapidi cambiamenti
nell’orientamento della testa. Il gel in altre parti dell’orecchio è appesantito
con microgranuli (otoliti) e si deforma in risposta alla gravità a
all’accelerazione lineare. Le cellule cigliate in queste aree agiscono come
punti di equilibrio e ci danno la maggior parte del nostro senso
dell’equilibrio.
Sappiamo cosa accade se diamo loro delle false informazioni. Se giriamo il
nostro corpo rapidamente e ci fermiamo improvvisamente, il fluido nei canali
semicircolari continua a muoversi per un po’ e i segnali derivanti dalle cellule
cigliate entra in conflitto con quello che guardiamo e ci sentiamo confusi. Lo
stress e la nausea che si ha con il mal di mare o il mal d’auto sono dovuti al
conflitto simile tra i segnali provenienti dall’orecchio e quelli provenienti
dagli altri sensi come il tatto, la vista e la pressione su aree specifiche
della pelle. Non sorprende, perciò, che i falsi segnali prodotti dalle perdite
indotte dai campi elettromagnetici nelle cellule cigliate causino confusione e
nausea nelle persone elettrosensibili.
Possono causare acufeni
Le cellule cigliate nella coclea reagiscono al suono. Sono organizzate in una
sequenza graduata con ciglia di diverse lunghezze lungo la coclea. Come le corde
dell’arpa, risuonano a differenti frequenze. Quando un suono in ingresso
incontra le sue frequenze risuonanti, le ciglia vibrano di più. Questo fa
perdere alle cellule più ioni e spinge le cellule nervose vicine ad inviare
impulsi al cervello. A seconda di quali cellule vengono stimolate si determina
l’acutezza della nota. La frequenza degli impulsi determina l’intensità. Una
falsa stimolazione di queste cellule da parte della radiazione elettromagnetica
può causare, in alcune persone, un acufene, che può variare da un lieve sibilo
nelle orecchie fino a suoni complessi e confusi che possono essere forti tanto
da impedire una normale conversazione.
Effetti sugli altri sensi
C’è un numero infinito di cellule in tutto il corpo che percepiscono varie forme
di tatto (meccanorecettori), temperatura (termorecettori) e dolore (nocirecettori).
Ciascun gruppo possiede molte variabili specializzate, ma quasi tutte funzionano
lasciando gli ioni fluire attraverso le loro membrane ad una percentuale che
dipende dalla forza dello stimolo. Questo riduce il voltaggio attraverso le
membrane cellulari che scatena la trasmissione degli impulsi nervosi al
cervello, sia attraverso le cellule stesse sia rilasciando neurotrasmettitori
che stimolano le cellule nervose vicine.
La perdita nelle membrane indotta dai campi elettromagnetici nelle celule
sensoriali della pelle le sensazioni di pizzicore e di aghi, di bruciore e di
dolore provate dalle persone elettrosensibili.
L’occhio è diverso
I coni e i bastoncelli che percepiscono la luce nella retina dell’occhio sono
un’eccezione perché rispondono alla luce aumentando il voltaggio nelle loro
membrane invece che diminuirlo. Di conseguenza, ci si può aspettare che una
perdita incontrollata indotta da campi elettromagnetici possa ridurre la loro
sensibilità.
Potrebbe non essere una coincidenza che le persone elettrosensibili con disturbi
alla vista riportano una visione offuscata o una perdita parziale della visione
piuttosto che vedere cose che non ci sono.
Effetti sul cervello
Non solo le cellule sensoriali sono influenzate dai campi elettromagnetici.
Degli impulsi nervosi fittizi possono essere prodotti dai campi elettromagnetici
sui neuroni celebrali. Questi possono causare iperattività, possono rendere
difficile il sonno, scatenare pensieri casuali e provocare una perdita di
concentrazione e confusione.
Potrebbe non essere consigliabile, dunque, usare lampadine compatte fluorescenti
in uno studio o in qualsiasi altro luogo dove serve concentrazione, soprattutto
se si è elettrosensibili. Questo effetto è probabilmente la ragione per cui ci
sono quattro volte più possibilità di avere un incidente d’auto mentre si guida
con il cellulare, visto che usare un sistema viva voce non è diverso dal parlare
con un passeggero.
Effetti non neurologici
Possibili SPORIOUS ACTION causate da perdite nella membrana cellulare nel
muscolo cardiaco possono portare ad aritmia cardiaca e aumentare il rischio di
attacchi cardiaci. L’aumento della permeabilità delle cellule del derma può
causare problemi dermatologici così come allergie e la tendenza a sviluppare
sensibilità chimica multipla. L’aumento della permeabilità intestinale da parte
delle tossine, delle sostanze cancerogene e delle sostanze parzialmente non
digerite, che è indotto da campi elettromagnetici potrebbe causare un insieme di
disturbi ed è ritenuto un fattore di rischio nello sviluppo di patologie
auto-immunitarie come la sclerosi multipla e il diabete di tipo 1.
Tutte queste patologie sono state correlate in modo scientifico all’esposizione
ai campi elettromagnetici, perciò chiunque abbia una tendenza a qualsiasi di
esse dovrebbe usare la massima cautela nell’usare le lampadine fluorescenti
compatte ed evitarle completamente, se possibile.
Ci sono alternative?
Se risentite delle lampadine fluorescenti compatte, la soluzione ovvia è mettere
da parte una scorta di lampadine a incandescenza prima che siano messe al bando.
Se questo non è possibile, cercate di usare lampade alogene ad alto voltaggio
come alternative, ma non usate quelle a basso voltaggio perché molte usano
interruttori per ridurre il voltaggio che potrebbero dare gli stessi sintomi
delle lampadine fluorescenti compatte.
E dopo?
È sempre più evidente che le lampadine fluorescenti compatte non sono la scelta
migliore per l’illuminazione a basso consumo energetico e chi ne risente deve
crearsi una scorta speciale. Dovranno considerare, perciò, le lampadine
fluorescenti compatte come una fase fino a quando l’illuminazione a LED sarà
perfezionata.
I LED durano all’infinito, funzionano a corrente alternata o continua senza
generare campi elettromagnetici pericolosi e i LED migliori sono più efficienti
delle attuali lampadine fluorescenti compatte. Al momento il problema principale
ad essi collegato è il colore: le più efficienti, quelle “bianche”, hanno un
tono blu scuro.
Sebbene siano usate comunemente come flash, hanno una scarsa resa del colore e
non sono adatte all’illuminazione domestica. Il loro spettro si può migliorare
aggiungendo del fosforo per assorbire una parte della luce blu e ri emetterla in
forma di altri colori, ma questo causa la perdita di efficienza energetica.
Un’alternativa è usare un insieme di LED di diversi colori così che tra di loro
si forma uno spettro che corrisponde di più alla luce bianca vera. Si spera che
alla ricerca su queste luci venga data la priorità così che diventino
disponibili dei LED a basso costo per l’illuminazione domestica e industriale e
che le lampadine fluorescenti compatte, con tutti i loro problemi annessi,
diventino una cosa del passato.
La parte riguardante le controindicazioni è tratta da studi
di Dr. Andrew Goldsworthy
Andrew Goldsworthy è nato nel 1939. Dopo una formazione tradizionale alla
Graumor School, ha ottenuto una laurea in Botanica seguita da un dottorato in
fisiologia vegetale e biochimica all’Università del Galles. Ha lavorato come
lettore all’Imperial College di Londra dove ha passato il resto della sua
carriera. Ha avuto molti interessi nell’insegnamento e nella ricerca, dalla
biochimica della fosforespirazione alla biologia dei voli spaziali. È andato in
pensione nel 2004, ma è un lettore onorario e ancora tiene delle lezioni
occasionalmente su temi specifici.
È stato anche consulente scientifico dell’Agenzia Spaziale Europea ed è
attualmente un consulente scientifico di diverse associazioni europee impegnate
per l’ambiente e per la difesa dai campi elettromagnetici, compreso il progetto
h.e.s. e del Radiation Research Trust and Electrosensitivity – UK.
Ha sempre avuto un forte interesse su come gli organismi viventi usano le
correnti elettriche generate internamente per controllare la loro crescita e il
loro metabolismo e sulla distribuzione da parte dei campi elettromagnetici
esterni. Durante la pensione ha raccolto numerose informazioni da varie
pubblicazioni scientifiche ed ha creato una semplice spiegazione personale su
come i campi elettromagnetici influiscono su noi tutti.
Interrogazione parlamentare alla commissione Europea
«L’energia» e prima di tutto l’attuazione del Piano di
efficienza energetica costituiscono priorità assolute per la Commissione nel
2007-2008, secondo quanto affermato dal commissario Piebalgs davanti alla
commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) a Strasburgo l’11
luglio. Questo significa segnatamente che saranno adottate delle misure a
livello della progettazione ecologica dell’illuminazione delle strade, degli
uffici e delle abitazioni.
Uno dei mezzi concreti proposti in questo senso è la famosa «lampadina a basso
consumo».
Queste lampadine, tuttavia, contengono vapore di mercurio, cioè mercurio in
forma gassosa, metallo pesante estremamente tossico. Tutti sanno che il mercurio
mette gravemente in pericolo l’ambiente e la salute pubblica: basti pensare alla
direttiva recentemente adottata dal PE relativa al divieto di utilizzo del
mercurio in alcuni strumenti di misura. L’ampia diffusione delle lampadine a
basso consumo contenenti mercurio, tuttavia, avrebbe conseguenze molto più gravi
dell’uso del mercurio negli strumenti di misura. La politica della Commissione
sembra di conseguenza illogica su questo punto.
È possibile, in alternativa, sostituire il mercurio delle lampadine a basso
consumo con lo xeno, gas nobile. Tuttavia, lo xeno è un conduttore meno efficace
del vapore di mercurio e ciò implica quindi un maggiore utilizzo di energia. Per
ragioni legate all’ambiente, sarà quindi necessario valutare i pro e i contro:
efficienza energetica o divieto dell’uso del mercurio, metallo estremamente
tossico e inquinante.
Che cosa pensa la Commissione di questo dilemma? Come intende risolverlo?
Vengono condotte delle ricerche per trovare soluzioni diverse, che assicurino
una migliore efficienza energetica nel settore dell’illuminazione?
Sarebbe gradita una risposta esaustiva e una risoluzione del problema, grazie.
SCRITTO E COMPILATO DA AMONAKUR. 2012
P.S.
Il giro di affari previsto per queste lampade in tutto il mondo è maggiore di
500 miliardi di dollari, per i prossimi 5 anni, CHE NON SARANNO UN
AFFARE ECOLOGICO IN NESSUN CASO, MA UN AFFARE
PURAMENTE LUCROSO ED ANTIECOLOGICO.
D'altro canto, allo stesso tempo è nota l'utilizzazione di piani di obsolescenza
pianificata introdotti in tutti gli apparecchi sin dagli anni 30'.
Ogni strumento meccanico, come pure elettronico, dotato di memoria
senziente o di forma, ( affinchè si rompa utilizzandolo o piegando una delle
sue componenti, o si disattivi a tempo DETERMINATO, dopo un numero
calcolato di volte ), per mezzo di un chip, che memorizzi un troiano di
auto disfunzione, programmato o pronto a ricevere un comando se collegato
in rete, SARA' SOGGETTO A FINE PREMATURA SECONDO LE
POLITICHE COMMERCIALI IN USO.
Rendere inutilizzabile uno strumento è parte del lavoro degli ingeneri, che
oggi creano gli strumenti, provvedendo alla loro nascita come alla loro morte
prematura.
Attraverso il principio dell'usura programmata a tempo, o a quello delle
accensioni calcolate, o a seguito di un semplice ordine in linea, ordinare
all'apparecchio di non funzionare più, è cosa facilissima da organizzare.
E' semplicissimo appurare se uno strumento sia stato programmato in tale
modo, identificando primo quei chip programmabili sul circuito che ne
controllano le funzioni, quindi leggendone il contenuto. Esistono numerosi
programmi gratuiti in rete atti a decriptare tali contenuti, e se siete appena
un
poco curiosi, vi toglierete almeno la soddisfazione. Se non sapete come fare,
cercate le class actions in corso circa la disfunzione del vostro apparecchio, e
vi renderete conto di quanto ho affermato.
Disassemblando il codice, per un ingegnere od un programmatore, apparirà
chiara la disfunzione programmata progettata in fabbrica, e poichè tale
costumanza è certamente riprovevole e illegale, si potranno denunciare quei
produttori che si saranno comportati in tale modo.
E' auspicabile però che scansioni antivirali o anti troiano siano condotte da
enti governativi in futuro, per accelerare la limitazione e la risoluzione di
questo problema.
Class actions contro le società che si saranno comportate in modo iniquo o
macchiate di tali intenzioni recondite, avendo troianizzato i loro apparecchi,
al
fine di venderne altri, e creare cosi inquinamento prematuro, garantiranno che
queste pagheranno i danni, alla società come ai singoli, e che si faranno carico
delle spese per l'inquinamento ambientale prematuro prodotto.
Atteggiamenti del genere, una volta scoperti e denunciati per tempo, SONO
COSA RIPROVEVOLE, GIUSTIFICATA DAL SOLO fine di lucro e
immaturo comportamento antiecologico. CHI FREGA, PAGA PEGNO.
Mi da pensiero il fatto che apparentemente, da come stanno le cose in senso
merceologico, pubblicitario, e ingegneristico, le lampadine ad ampolla, che
come sappiamo, sono in grado di fornire luce per 100.000 ore senza
problema, vengono oggi proposte da quelle stesse compagnie che
propongono l'affare di quelle ecologiche, per durate che si attestano intorno
alle 1000 ore.
Risulta evidente quindi che "da qualche parte è stato creato un cartello", e che
a questo punto le lampadine restanti in circolazione, tranne quelle prodotte
almeno una decina di anni fa, risultino essere una fregatura garantita per sole
1000 ore, ovvero programmata per rompersi con un anticipo di 99.000 ore.
Una tale durata, ridotta del 99% del loro normale ciclo vitale, di prodotti che
fino a ieri duravano 100.000 ore, non è giustificabile o legittimabile in alcun
modo, e d'altra parte, se sulla confezione il contratto stipulato implicitamente
dalle parti, fra chi le vende e chi le compra, comporterà l'accettazione di
questi
nuovi dis-valori. Nessuno quindi potrà obbiettare alla cosa, se non fosse che i
danni per l'ambiente con questo artificio, si moltiplicano per 99 volte. Chi ha
intenzione di fare qualcosa, alzi la mano.
Naturalmente, certe affermazioni riportate sui pacchetti sono a pura
indicazione e non legge, ma quando di fatto, vengono riportate da tutti i
produttori di queste lampadine, è ragionevole dedurre che vi sia stato un
comune accordo sulla cosa, e se cercaste in giro i valori attuali stimati sulla
durata delle vecchie lampadine in giro, vi rendereste conto in prima persona
della loro drastica riduzione.
Questo DISVALORE aggiunto, è evidentemente parte dello stesso piano per
la sostituzione di tutte le lampadine in circolazione, che sortirà l'effetto di
creare un inquinamento programmato superiore ai precedenti andamenti, del
99% rispetto al passato e, ingannando come raggirando i clienti, spingerli a
comperare le lampadine nuove dopo aver gettate le vecchie in anticipo di 24
anni.
Fidatevi, non esiste alcuna scarsità di energia, ma la sola amministrazione di
questa idea a fini economici. E' ora di cambiare. Per una volta, andatevi a
guardare il KAPAGEN - KAPANADZE, e chiedetevi quanti
DOWNGRADE abbiamo subito sino ad oggi e se questa DEVOLUTION
può ancora andare avanti.