Dai paradisi fiscali al paradiso in terra - Amonakur
Le Filippine sono considerate un paradiso fiscale. Infatti (unitamente a Belize, Isole Cook, Liberia, Isole Marshall, Montserrat, Nauru, Niue, Panama, Vanatu, Brunei, Costa Rica, Guatemala e Uruguay) sono le 14 giurisdizioni che, in base all'ultimo Rapporto del giugno 2010 dell'Organizzazione con sede a Parigi, ancora figurano nella cosiddetta lista grigia dell'Ocse sotto la voce tax heaven e centri finanziari. Anche il sistema fiscale italiano, col Decreto Ministeriale 04/05/1999, ha inserito le Filippine tra gli Stati o Territori aventi un regime fiscale privilegiato, cosiddetta Black List o lista nera, ponendo quindi limitazioni fiscali ai rapporti economico commerciali che si intrattengono tra le aziende italiane ed i soggetti ubicati in tale territorio. Un Paradiso fiscale è uno Stato che garantisce un prelievo in termini di tasse basso o addirittura nullo. La ragione di una scelta del genere è più che altro politica: attirare molto capitale proveniente dai paesi esteri, fornendo in cambio una tassazione estremamente ridotta. Dal punto di vista del contribuente, per riportarci all'originaria definizione statunitense di paradiso fiscale, tax haven, è un rifugio dall'alta tassazione sui redditi.
Tipicamente, nei paradisi fiscali si riscontra un regime di imposizione fiscale molto basso o assente che rende conveniente stabilire in questi Paesi la sede di un'impresa (come ad esempio le società offshore), oppure regole particolarmente rigide sul segreto bancario, che consentono di compiere transazioni coperte. Giova, altresì, ricordare che le regole societarie consentono l'emissione di azioni al portatore, un insieme ridottissimo di formalità societarie e contabili e regole favorevoli per l'impiantazione di servizi finanziari (come per esempio regole minime per ottenere licenze che consentano di operare fondi di investimento).
Se vogliamo fare una classificazione dei paradisi fiscali, possiamo distinguere le seguenti categorie:
Pure Tax Haven: non impone tasse oppure solo una o più di valore nominale e garantisce l'assoluto segreto bancario, non scambiando informazioni con altri stati;
No Taxation on Foreign Income: è tassato solo il reddito prodotto internamente;
Low Taxation: modesta tassazione fiscale sul reddito ovunque generato;
Special Taxation: Paesi dal regime fiscale impositivo paragonabile a quello dei Paesi considerati a tassazione normale, ma che permettono la costituzione di società particolarmente flessibili.
L'elenco dei paradisi fiscali, o Paesi con regime fiscale
privilegiato, è lungo. In particolari condizioni, possono creare quello che la
OCSE, nel rapporto "Harmful Tax Competition: An Emerging Global Issue",
definisce concorrenza fiscale dannosa. Secondo lo schema indicato dall'OCSE,
questi sono i punti chiave che permettono di individuare un regime fiscale
dannoso:
1) imposizione fiscale bassa o prossima allo zero;
2) sistema "ring fenced", cioè tassazione con ampia disparità tra i
redditi generati all'interno o all'esterno;
3) assenza di trasparenza delle transazioni effettuate;
4) mancanza di scambio d'informazioni con altri paesi;
5) elevata capacità di attrarre società aventi come unico scopo
quello di occultare movimenti di capitale.
È chiaro che il paradiso fiscale fa gola a tutti quelli che
vogliono evitare di pagare le giuste tasse nel proprio ed in altri paesi, e
vogliono agire incontrollati. Chi beneficia dei servizi offerti da questi luoghi
sono le aziende multinazionali naturalmente, le organizzazioni criminali e
quelle pulite, che con un sistema di holding e controllate, agiscono così allo
scopo di pagare il minor numero d'imposte, poiché di fatto le organizzazioni
criminali non ne pagano, e i potentati, che di norma ne sono quasi completamente
esenti dati gli accordi presi in precedenza con le nazioni che li ospitano, (
che risalgono addirittura a periodi precedenti la stessa formazione e
costituzione degli stati che li ospitano oggigiorno, risultano quindi esserne
parte integrante e per questo imprescindibile ed indivisibile.
Gli Stati quindi si troveranno da un lato dinnanzi ai vantaggi economici che
questi luoghi franchi offrono, mentre dall’altro, di fronte al costante dilemma
di applicare la corretta pressione fiscale in modo equo e giusto, si troveranno
a reprimere e vessare quei popoli che dovranno pagare il prezzo dei disavanzi.
Del debito sovrano, infatti si possono distinguere due parti, quello pubblico e
quello privato, ripartiti in misura diversa, ed impari, in termini percentuale,
di un quarto circa contro 3 quarti del totale, a favore dei debiti contratti
dalla finanza privata.
Come è facilmente intuibile, le cifre in gioco sono enormi,
e l’auspicabile eliminazione dei quei paradisi fiscali che da un lato
offrirebbe una boccata di ossigeno ad alcuni, dall’altro, paradossalmente, li
impoverirebbe maggiormente, allontanando da essi gli affari, sia pure loschi di
tutti coloro i quali non vogliono comparire, agire in segreto, e di quei pirati
che si vedrebbero costretti a trovare un'altra isola felice per portare avanti i
loro affari.
Questo problema apparentemente irrisolvibile, data la cristallizzazione di certe
condotte che non paiono minimamente voler mollare o intenzionate a seguire norme
comuni, non sono altro che lo specchio della brama e della cupidigia di alcuni.
Il senso comune o quello della misura, siano loro d’insegnamento, poiché fino a
quando saranno permesse e garantite tali esclusioni od eccezioni, le ombre
calpesteranno i diritti degli uomini.
Partendo dal presupposto che nessuno ha voglia di rinunciare ai propri vantaggi, di casta, titolo, rango, ordine ed elezione, sarebbe auspicabile promuovere azioni veritiere e trasparenti, che mirino a rendere evidenti certi passaggi di danaro, e risulta pertanto essere imperativa la decisione di risvegliare le menti inconsapevoli ed i cuori di coloro i quali gestendo le sorti dei popoli, incautamente, approfittano a danno, e si macchiano di tali peccati.
Le malie di oggi, analogamente a quelle del passato, passano attraverso formule magiche, che nel corso del tempo si sono trasformate in numero, ove la giusta pronunzia dell’incantesimo si è trasformata in algoritmo ed equazione a vantaggio, funzionale a gestire, controllare e flettere a proprio piacimento, la materia stessa della cosa pubblica. Reggenze incaute si trovano oggi dinnanzi al limite degli inganni perpetrati, in seno a Democrazie che sono perlopiù considerate come un limite stesso alle funzioni di potere autoritario.
Tali sinarchie, nel vero senso del termine, e non in quello successivamente deviato, operano dal male e per suo conto, producendo terrore, povertà, divisione e morte, corrompono per gestire, offrono per macchiare, e rompono per impadronirsene, tutto quello su cui riescono a metter mano.
Coloro che smettono di vivificare lo spirito, e sviliscono ciò che sono, incarnando azioni riprovevoli, si guardino allo specchio. Dalla consapevolezza, guidata dalla coscienza, nasca la soluzione a tutto questo. L’armonia, che è misura adeguata e ritmo di natura, non è figlia delle soluzioni del nuovo ordine, ma del tempo. Dal rispetto, nasce la possibilità, mentre dall’ingerenza e dall’imposizione, non ne viene che danno. Si mettano da parte i bastoni che percuotono come gli scettri che comandano, e si confronti la parola con l’azione, e le conseguenze responsabili degli atti e dei fatti provati.
Il rispetto, fondato nei cuori, e ora ridotto a merce dell’ego, in funzione delle brame di potere, sia reso a quanto ha valore reale e tolto a quanto è frutto di illusione.
Mai un Dio agì per se stesso, o una madre diede vita senza amore, anche se il Diavolo non poteva esimersi. Meramente pecuniaria è la visione di coloro i quali hanno non conoscono che l’inganno dei numeri, e avendo perso i colori, non sanno cosa sia l’arcobaleno.
Sacrificare significa rendere sacro, e benvenuto sia quel giorno in cui i debiti verranno cancellati, e giubilare sarà l’anno in cui, la libertà prevarrà sull’inganno. Chi saprà rinunciare, conoscerà la gloria e la insegnerà agli altri. Chi saprà perdonare, migliorerà se stesso e ascoltando il suo cuore, offrirà al mondo la decenza di un futuro migliore.
Quel che prende il posto, è ingannevole contraffazione. Quel che si frappone per gestire, è contaminazione. Elusione, signoraggio e ingerenza, sono figlie del segreto e del sopruso. E tempo di contemplare, riconsiderare, rivedere, armonizzare, consentire ed offrire, dare, insegnare e operare nella giusta direzione, che non è univoca, ma multiversale, e risolvere nel contempo, non in un solo modo o direzione, ma in cento, ricucendo quel tessuto strappato quelle cose spaiate, che un tempo erano il mondo, e oggi, dividono la domanda dalla risposta, e si fanno conflitto in ogni dire e discussione a danno.
Troppo peso fa crollare il ponte, come pure l’uniformità dell’inganno. E’ tempo di rompete il passo, poiché la natura che sa, concede, mentre il Re,che ha scordato cosa insegnano le leggi della risonanza, dell’empatia, dell’ascolto, del buon consiglio, e dell’animo gentile, ha perso la corona e s’è fatto anima in pena. Che il giullare lo vada a cercare. Che le voci dei cuori si levino chiare. Che la misura della misura ci insegni, e che il giusto, ci basti, poiché l’esca travestita da dono è rischio incalcolabile in mano agli stolti. Scarsa è la coscienza e la consapevolezza, la presenza e l’equilibrio, l’armonia e la purezza dello sguardo, mentre l’esempio degli empi e le malefatte, vengono cantate come lodi al signore delle tenebre ogni giorno. Passate innanzi, e lasciatevi alle spalle la polvere di questi sentieri. Il cuore vi guidi nelle azioni giuste e gloriose, lo spirito vivifichi ciò che siete, e forte sia l’animo vostro, quando vi troverete innanzi all’usurpatore, al falso, alla bugia, agli inganni ed al male. Pacifica sia la vostra mente. Fluida la mossa dinnanzi alla tentazione, e completa la trasmutazione di ogni male in un bene, che insegna, si fa esperienza condivisa e dono del cielo. Che la forza sia con voi.
Jedi Amonakur